# Lucy sui mondi > Parole e conoscenze da tutti i continenti --- ## Pagine - [TP - Registrazione Newsletter Thank you page](https://lucysuimondi.com/registrazione-newsletter-thank-you-page/): La tua iscrizione alla newsletter è stata confermata con successo! Preparati a ricevere direttamente nella tua casella di posta elettronica... - [Newsletter](https://lucysuimondi.com/newsletter/): Newsletter Le newsletter di Lucy sui mondi Newsletter Una balena mi disse Iscriviti alla newsletter di Lucy sui mondi, sarai... - [Termini e Condizioni](https://lucysuimondi.com/lucy-termini-e-condizioni/): Termini e Condizioni TERMINI E CONDIZIONI GENERALI DI UTILIZZO DEL SITO E DI ABBONAMENTO SEZIONE 1 – AMBITO DI APPLICAZIONE... - [Privacy Policy](https://lucysuimondi.com/privacy-policy/): Privacy Policy INFORMATIVA PRIVACY – SITO WEB – versione 2. 0 – aprile 2025 Lucyonline S. r. l. 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A precederli sono stati i cacciatori raccoglitori, che più vengono studiati più ci sorprendono. - [Il confine sottile tra spiegazione e giustificazione](https://lucysuimondi.com/il-confine-sottile-tra-spiegazione-e-giustificazione/): Nel dibattito e italiano e internazionale trovano spazio molti argomenti che giustificano l'operato di Donald Trump. Ma sono razionali? - [L'ecosocialismo salverà il pianeta?](https://lucysuimondi.com/lecosocialismo-salvera-il-pianeta/): L'ambientalismo rosso gode di nuova popolarità, sostiene pianificazione economica e decrescita, accusa il capitalismo di essere il principale colpevole della crisi climatica. Ma è compatibile con la democrazia? - [Viaggio tra le sottoculture cinesi](https://lucysuimondi.com/viaggio-tra-le-sottoculture-cinesi/): Dai club underground ai meme su Weibo, tra yabi e altre creature notturne, proviamo a scoprire come la creatività si... - [I ghiacciai sono una specie in via d'estinzione](https://lucysuimondi.com/i-ghiacciai-sono-una-specie-in-via-destinzione/): Entro il 2100 più della metà della massa glaciale alpina potrebbe scomparire. I funerali per la criosfera si moltiplicano in tanti angoli del mondo, con conseguenze gravi per il clima. - [Prima li hanno derisi, poi hanno vinto](https://lucysuimondi.com/prima-li-hanno-derisi-poi-hanno-vinto/): Intervista a Phoebe Plummer, l'attivista che ha imbrattato i "Girasoli" di Van Gogh, che racconta come il movimento Just Stop Oil ha raggiunto il suo obiettivo. - [La natura senza artigli](https://lucysuimondi.com/la-natura-senza-artigli/): Per Darwin la selezione naturale non era solo competizione spietata. Oggi la biologia sfata questa strumentalizzazione e mette in luce un altro fattore chiave dell'evoluzione: la cooperazione. - [RNA: il messaggio della vita. Quinta parte](https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-quinta-parte/): La molecola dell'RNA non si limita a un solo ruolo, perché la sua chimica versatile la rende una piattaforma biotecnologica universale, che rivoluziona biologia, ingegneria e medicina. - [L'ambientalista radicale che non ti aspetti](https://lucysuimondi.com/lambientalista-radicale-che-non-ti-aspetti/): A Johannesburg, nel 2002, un importante leader politico fece delle affermazioni che oggi potrebbe pronunciare Greta Thunberg. Chi era? La risposta è sorpredente. - [Il sublime industriale](https://lucysuimondi.com/il-sublime-industriale/): Le fotografie di Edward Burtynsky trasformano i paesaggi devastati dai processi estrattivi in opere d'arte ipnotiche. Ma questa bellezza ci avvicina o ci allontana dalla verità? - [Le più antiche pitture dell’Amazzonia](https://lucysuimondi.com/le-piu-antiche-pitture-dellamazzonia/): Un patrimonio artistico millenario racconta l’origine del legame sacro tra umani, animali e foresta. Perché iniziamo a decifrarne il significato solo oggi? - [Storie di buona ignoranza](https://lucysuimondi.com/storie-di-buona-ignoranza/): Perché la scienza è così ricca di scoperte inaspettate? Non è solo fortuna: bisogna sapere di non sapere, sia che... - [La guerra aumenta o riduce le diseguaglianze?](https://lucysuimondi.com/la-guerra-aumenta-o-riduce-le-diseguaglianze/): Uno studio archeologico su 20.000 anni di storia rivela che i conflitti influenzano le disparità sociali in base al tipo di governo e alla distribuzione delle risorse. Quali lezioni possiamo trarne per il presente? - [L’Amazzonia si avvicina al punto di non ritorno](https://lucysuimondi.com/lamazzonia-si-avvicina-al-punto-di-non-ritorno/): Tra pochi decenni, forse poco più di uno, la foresta amazzonica potrebbe morire. È una catastrofe studiata da anni, le cui conseguenze riguarderanno l'intero pianeta. - [La scienza cuneiforme, e la nostra](https://lucysuimondi.com/la-scienza-cuneiforme-e-la-nostra/): Gli antichi scribi mesopotamici prevedevano il moto dei pianeti a partire da domande distantissime da quelle dell'astronomia moderna, che ci spingono a ripensare la natura della conoscenza scientifica. - [RNA: il messaggio della vita. Quarta parte](https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-quarta-parte/): Dalle prime molecole autoreplicanti alle reti evolutive complesse: secondo alcune ricerche recenti, l'RNA non solo sostiene i meccanismi fondamentali della vita, ma è anche la chiave per comprenderne l'origine. - [Va' dove ti porta il clima](https://lucysuimondi.com/va-dove-ti-porta-il-clima/): Un articolo di Susanna Tamaro sull'ecoansia presenta un'antologia di argomenti fallaci sulla crisi climatica, che va affrontata e capita con i dati, non con le impressioni soggettive. - [Io non sono il mio lavoro](https://lucysuimondi.com/io-non-sono-il-mio-lavoro/): Il capitalismo ci ha convinto che la nostra professione e la nostra identità coincidono. Tuttavia, in Giappone, in Cina, in... - [La fantascienza racconta il presente o il futuro?](https://lucysuimondi.com/la-fantascienza-racconta-il-presente-o-il-futuro/): La scrittrice e anglista Nicoletta Vallorani racconta come la fantascienza esprime le ansie, i conflitti e le speranze delle società nelle quali sorge. - [Fate bene a odiare le zanzare](https://lucysuimondi.com/fate-bene-a-odiare-le-zanzare/): Ve lo dice la scienza, che sperimenta nuovi modi per combatterle mentre la crisi climatica trasforma la Terra in un luogo più caldo e più malato. - [Elon Musk non è uno scienziato](https://lucysuimondi.com/elon-musk-non-e-uno-scienziato/): La sua reputazione da genio visionario è frutto di una strategia di marketing incompatibile con il pensiero critico e il metodo scientifico. - [RNA: il messaggio della vita. Terza parte](https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-terza-parte/): Il ribosoma è la macchina molecolare che dimora nel cuore stesso della vita. Come funziona? - [La ricchezza della storia prima del colonialismo](https://lucysuimondi.com/la-ricchezza-della-storia-prima-del-colonialismo/): Le civiltà precolombiane erano prive di storia? Una ricerca dimostra non solo che questa domanda è insensata, ma anche che erano società democratiche complesse. - [Un collasso iniziato 2500 anni fa](https://lucysuimondi.com/un-collasso-iniziato-2500-anni-fa/): In una delle più antiche rappresentazioni dell'attività estrattiva umana possiamo riconoscere le radici della crisi che viviamo, e ripercorrerne la storia. - [Quando la scienza anticipa la realtà](https://lucysuimondi.com/quando-la-scienza-anticipa-la-realta/): Dai monaci detective di Umberto Eco alla fisica contemporanea, l'immaginazione scientifica esplora nuovi mondi possibili ben prima di incontrarli nell'esperienza. - [La tecnologia è un campo di battaglia](https://lucysuimondi.com/la-tecnologia-e-un-campo-di-battaglia/): Le Big Tech ridefiniscono frontiere e potere, economia e industria, guerra e democrazia. Con Alessandro Aresu e Asma Mhalla - [Possiamo riparare il Mediterraneo?](https://lucysuimondi.com/possiamo-riparare-il-mediterraneo/): Il nostro mare versa in condizioni critiche. Ma una nuova disciplina scientifica promette di restituirgli salute attraverso il restauro attivo degli ecosistemi. - [La rivoluzione delle macchine morbide](https://lucysuimondi.com/la-rivoluzione-delle-macchine-morbide/): Il nuovo paradigma della soft robotics non cambia solo il modo in cui usiamo la tecnologia, ma anche come pensiamo e conosciamo il mondo. - [RNA: il messaggio della vita. Seconda parte](https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-seconda-parte/): Il gomitolo molecolare dell'acido ribonucleico non si arrotola a caso: la forma e la disposizione dei suoi filamenti sono alla base di funzioni precise ed essenziali per la vita. - [L'Europa è il continente che si scalda di più](https://lucysuimondi.com/leuropa-e-il-continente-che-si-scalda-di-piu/): Gli ultimi dati parlano chiaro: il Mare Nostrum è più caldo di quanto avevamo previsto. Dobbiamo accettare che l'Europa versa in uno stato di vulnerabilità climatica permanente. - [Il paesaggio personaggio](https://lucysuimondi.com/il-paesaggio-personaggio/): Che cosa succede alla letteratura quando il suo sfondo abituale fa irruzione tra i protagonisti? - [L’intimità umana nell’epoca della sua riproducibilità tecnica](https://lucysuimondi.com/lintimita-umana-nellepoca-della-sua-riproducibilita-tecnica/): Che cosa accadrà quando l’intelligenza artificiale ridefinirà chi siamo? L’Asia è un luogo privilegiato per provare a rispondere a questa... - [Trump minaccia una sentinella climatica](https://lucysuimondi.com/trump-minaccia-una-sentinella-climatica/): È dal 1958 che l'osservatorio di Mauna Loa misura i gas serra: un compito fondamentale in un luogo strategico, che rischia di essere interrotto dall'attuale amministrazione statunitense. - [L'anguria spaccata](https://lucysuimondi.com/languria-spaccata/): In Germania la convergenza delle lotte per la Palestina e per il clima divide l'attivismo ambientalista, mentre lo stato tedesco reprime il diritto alla protesta. - [RNA: il messaggio della vita. Prima parte](https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-prima-puntata/): Inizia un viaggio alla scoperta delle quattro lettere molecolari che formano le frasi chimiche con le quali ogni cellula del nostro corpo legge, traduce e costruisce se stessa. - [Tifiamo per le alghe aliene!](https://lucysuimondi.com/tifiamo-per-le-alghe-aliene/): A 124 anni luce da noi ci sono delle sostanze chimiche che sulla Terra sono prodotte solo da organismi viventi: è una buona occasione per ridimensionare il nostro narcisismo. - [Buone ragioni per dare fuoco a una Tesla](https://lucysuimondi.com/buone-ragioni-per-dare-fuoco-a-una-tesla/): Un movimento di protesta ha fatto crollare le azioni dell'azienda di Elon Musk. Alla sua base, c'è il rifiuto di una transizione ecologica guidata dalla fame di profitto. - [I laureati all’università della natura](https://lucysuimondi.com/i-laureati-alluniversita-della-natura/): Nel metodo investigativo di Zadig, il personaggio di Voltaire, si nasconde l'arte di decifrare gli indizi più impercettibili. Telmo Pievani... - [L'unicità umana non è davvero tale, in natura](https://lucysuimondi.com/lunicita-umana-non-e-davvero-tale-in-natura/): Due nuovi studi scientifici su megattere e bonobi assestano un altro colpo al teorema dell'eccezionalità della nostra specie, sempre più difficile da dimostrare. - [La scienza indigena](https://lucysuimondi.com/la-scienza-indigena/): Per conoscere davvero la biodiversità amazzonica dobbiamo rivolgerci ai saperi millenari dei suoi popoli, un tesoro finalmente riconosciuto anche dalla scienza occidentale. - [La primavera con gli occhi di un'ape](https://lucysuimondi.com/la-primavera-con-gli-occhi-di-unape/): Una sola mutazione distingue il nostro sguardo da quello degli insetti: è un'altra visione possibile, nella quale si fondono bellezza... - [Post-crescita: oltre il dogma del PIL](https://lucysuimondi.com/post-crescita-oltre-il-dogma-del-pil/): Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica «Lancet» dimostra che l'ossessione per l'aumento del PIL non è la chiave per il benessere della specie umana. - [Perché la matematica è un linguaggio universale?](https://lucysuimondi.com/perche-la-matematica-e-un-linguaggio-universale/): Il logico matematico Piergiorgio Odifreddi svela come la matematica connette mondi distanti, dal movimento dei pianeti alle opere di Italo Calvino. - [Le promesse marziane di Elon Musk sono irrealizzabili](https://lucysuimondi.com/le-promesse-marziane-di-elon-musk-sono-irrealizzabili/): La tecnologia è insufficiente, gli astronauti sono a rischio. Allora perché l'uomo più ricco del mondo si è impegnato a... - [Chi vuole il riarmo nucleare ha la memoria corta](https://lucysuimondi.com/chi-vuole-il-riarmo-nucleare-ha-la-memoria-corta/): La bomba atomica non è un'arma come tutte le altre. Ora che si parla di un suo uso "razionale", ricordarne la storia è più importante che mai. - [Il profumo del bosco. Terza parte: il cielo](https://lucysuimondi.com/il-profumo-del-bosco-terza-parte-il-cielo/): La moltitudine operosa di formule molecolari che popola le foreste lavora anche oltre la cima degli alberi, fino all'atmosfera. - [L'attacco di Trump alla scienza nuoce alla salute, anche la nostra](https://lucysuimondi.com/lattacco-di-trump-alla-scienza-nuoce-alla-salute-anche-la-nostra/): La ricerca statunitense è in pericolo, e anche noi. Mentre tagliano i fondi e la condivisione di dati è interrotta,... - [Diventare licheni](https://lucysuimondi.com/diventare-licheni/): Pierre Gascar, scrittore francese dimenticato, ha narrato la sparizione di questi organismi antichi e resistenti come il presagio di un futuro apocalittico: quello in cui viviamo. - [Serendipity: una parola nata… per errore!](https://lucysuimondi.com/serendipity-una-parola-nata-per-errore/): Dall’India alla Persia, da Venezia a Londra: la parola serendipità è andata a spasso per i continenti e i secoli... - [Davvero i funghi costruiscono autostrade?](https://lucysuimondi.com/davvero-i-funghi-costruiscono-autostrade/): Più studiamo le reti fungine sotterranee, più facciamo scoperte meravigliose. Ma le metafore antropomorfiche che usiamo per descriverle rischiano di stravolgerne il senso. - [La nuova alleanza tra tecnologie, alghe e microbi](https://lucysuimondi.com/la-nuova-alleanza-tra-tecnologie-alghe-e-microbi/): Che cosa possono imparare i nostri sistemi tecnici dagli olobionti, le comunità di specie diverse che vivono e si evolvono come un singolo organismo? - [Il profumo del bosco. Seconda parte: il suolo](https://lucysuimondi.com/il-profumo-del-bosco-parte-due-il-suolo/): Dietro all'odore familiare della terra bagnata dopo la pioggia si nasconde il segreto dell'equilibrio invisibile del sottobosco. - [La scienza del clima è un'ideologia?](https://lucysuimondi.com/la-scienza-del-clima-e-unideologia/): Come distinguere la ricerca scientifica dalle opinioni scelte per corroborare una tesi di cui si è già convinti? - [Fumetti contro il disastro ambientale](https://lucysuimondi.com/fumetti-contro-il-disastro-ambientale/): La narrativa dominante si è limitata a raccontare il mondo. Per due nuove graphic novel italiane si tratta invece di... - [La lunga strada per garantire i diritti alla natura](https://lucysuimondi.com/la-lunga-strada-per-garantire-i-diritti-alla-natura/): A distanza di tre anni il primo corpo idrico in Europa ad aver visto riconosciuti i propri diritti non sembra... - [Siamo oltre 1,5°: e ora?](https://lucysuimondi.com/siamo-oltre-15-e-ora/): Nel 2024 la temperatura media globale ha oltrepassato per la prima volta una soglia decisiva. Che cosa significa? - [Transizione ecologica è l’anagramma di sognatori eccezionali](https://lucysuimondi.com/transizione-ecologica-e-lanagramma-di-sognatori-eccezionali/): Storia e futuro dei movimenti per il clima, tra grandi speranze, durissime repressioni e rinnovata solidarietà. - [Il profumo del bosco. Prima parte: la flora](https://lucysuimondi.com/il-profumo-del-bosco-prima-parte-la-flora/): Sotto la volta degli alberi il nostro olfatto è immerso in un mondo chimico nascosto. I terpeni sono i suoi messaggeri. - [Il mito dell'efficacia](https://lucysuimondi.com/il-mito-dellefficacia/): Chi sono i veri realisti? I cinici che puntano al guadagno immediato o chi sceglie la via più difficile della cooperazione? - [La crisi climatica è colpa dell'Occidente? Amitav Ghosh incontra Telmo Pievani](https://lucysuimondi.com/la-crisi-climatica-e-colpa-delloccidente-amitav-ghosh-incontra-telmo-pievani/): Scienza, religione, popoli indigeni: chi salverà il pianeta dalla catastrofe? A partire dal suo ultimo libro, "Fumo e ceneri" (Einaudi, 2025), abbiamo esplorato con Amitav Ghosh la policrisi globale, per ripensare il nostro rapporto con la Terra oltre il paradigma del progresso. - [Per tornare a capire il mondo abbiamo bisogno del sistema periodico](https://lucysuimondi.com/per-tornare-a-capire-il-mondo-abbiamo-bisogno-del-sistema-periodico/): Rileggere Primo Levi a mezzo secolo di distanza ci obbliga a fare i conti con il lato oscuro dell'epopea del carbonio. - [Quante storie in un osso!](https://lucysuimondi.com/quante-storie-in-un-osso/): I resti di un bambino vissuto 12. 800 anni fa svelano la nostra storia più profonda. In questa puntata del... - [Chi salva la foresta salva se stesso](https://lucysuimondi.com/chi-salva-la-foresta-salva-se-stesso/): L'Amazzonia è molto più di un mero insieme di risorse. Per i popoli che ci abitano, proteggerla significa difendere la... - [L'ignoto mondo dei batteri](https://lucysuimondi.com/lignoto-mondo-dei-batteri/): La vita microscopica che ci circonda è essenziale per le nostre esistenze e per la salute dell'ambiente. Allora perché la ricerca scientifica le dedica scarsa attenzione? - [Il possibile adiacente: benvenuta, Lucy sui mondi](https://lucysuimondi.com/il-possibile-adiacente-benvenuta-lucy-sui-mondi/): L'universo è carico di potenzialità nascoste. Tutto potrebbe essere diverso da com'è, ogni istante custodisce miriadi di storie a un passo dalla realtà: nasce uno spazio per avventurarci insieme in queste terre inesplorate. --- ## Autori - [](https://lucysuimondi.com/autore/luca-misculin/): Luca Misculin fa il giornalista e lavora al «Post» dal 2013. Si occupa soprattutto di migrazione, di Europa e di storie molto antiche. Negli anni ha curato i podcast La nave, La fine del mondo e L'invasione. Ogni sabato conduce l'edizione del weekend di Morning. Molto piú saltuariamente conduce Prima pagina su Radio 3. Il suo ultimo libro è Mare aperto. Storia umana del Mediterraneo centrale (Einaudi, 2025). - [Manuela Gialanella](https://lucysuimondi.com/autore/manuela-gialanella/): Manuela Gialanella è laureata in Biologia all’Università degli Studi Federico II di Napoli. Ha svolto attività di comunicatore scientifico e guida museale presso la Fondazione Dohrn di Napoli e si è occupata di attività guidate, supporto nella produzione di materiali didattici e informativi, allestimenti museali e progettazione laboratori didattici per la Stazione Zoologica “Anton Dohrn”, dove ha anche svolto il tirocino presso il dipartimento di Animal Care and Public Engagement. - [Massimo Polidoro](https://lucysuimondi.com/autore/massimo-polidoro/): Massimo Polidoro, scrittore e divulgatore, insegna Comunicazione della scienza all’Università di Padova e al Politecnico di Milano. È stato con Piero Angela e altri co-fondatore del CICAP, è Research Fellow del Center for Skeptical Inquiry ed è stato Visiting Associate al Dipartimento di Storia della scienza dell'Università di Harvard con la storica Naomi Oreskes. Ha un canale YouTube molto seguito, è ideatore di vari podcast e autore di numerosi libri, l’ultimo dei quali si intitola Una vita ben spesa. Trovare il senso delle cose con Leonardo, Einstein e Darwin (Mondadori, 2025). - [Asma Mhalla](https://lucysuimondi.com/autore/asma-mhalla/): Asma Mhalla, specializzata in politica e geopolitica della tecnologia, fa parte del LAP (Laboratoire d’Anthropologie Politique) dell’EHESS/CNRS, insegna alla Columbia, a Sciences Po e all’École polytechnique. Nell’estate 2023 ha condotto CyberPouvoirs una trasmissione di France Inter dedicata ai temi del libro e molto seguita. Si occupa soprattutto di nuove forme di potere tra Stati e Big Tech, in ambito civile e militare (guerre ibride), questioni democratiche e di governance dei canali sociali, aspetti geopolitici e ideologici dell’AI, sovranità tecnologica. - [Alessandro Aresu](https://lucysuimondi.com/autore/alessandro-aresu/): Alessandro Aresu è consigliere scientifico della rivista “Limes”. Scrive per “Le Grand Continent” e altre riviste. Ha lavorato per diverse istituzioni, tra cui la presidenza del Consiglio, il ministero degli Affari esteri, l’Agenzia spaziale italiana. Il suo ultimo libro, finalista alla prima edizione del Premio Strega Saggistica, è Geopolitica dell'intelligenza artificiale (Feltrinelli, 2024). - [Ilaria Peretti](https://lucysuimondi.com/autore/ilaria-peretti/): Ilaria Peretti è editor e curatrice della collana Asia di add editore. È parte di SONRO, collettivo curatoriale dedicato all’esplorazione del suono all’interno delle arti visive - [Ilaria Benini](https://lucysuimondi.com/autore/ilaria-benini/): Ilaria Benini ha dato vita alla collana Asia di add editore, che ha curato per dieci anni. Ha vissuto nel Sudest asiatico, organizzando eventi culturali e il festival Contemporary Dialogues Yangon, in Myanmar. Scrive di culture contemporanee asiatiche per Il Tascabile, il manifesto, NERO, e altre testate - [Piergiorgio Odifreddi](https://lucysuimondi.com/autore/piergiorgio-odifreddi/): Piergiorgio Odifreddi ha studiato matematica in Italia negli Stati Uniti e in Unione Sovietica, e ha insegnato Logica matematica presso l'Università di Torino e la Cornell University di New York. Nel 2011 ha vinto il premio Galileo per la divulgazione scientifica. Il suo ultimo libro è Incontri ravvicinati tra le due culture (Raffaello Cortina Editore, 2025). - [Agnese Codignola](https://lucysuimondi.com/autore/agnese-codignola/): Agnese Codignola è scrittrice e giornalista scientifica con un passato da ricercatrice. Il suo ultimo libro è Alzheimer S.p.A. Storie di errori e omissioni dietro la cura che non c’è (Bollati Boringhieri, 2024). - [Paolo Ferri](https://lucysuimondi.com/autore/paolo-ferri/): Paolo Ferri è un fisico che ha lavorato per quasi quarant'anni per l'Agenzia spaziale europea (ESA) a Darmstadt, in Germania. È stato a capo del dipartimento di operazioni spaziali dell'Agenzia e responsabile di varie missioni, tra cui Rosetta, Mars Express e ExoMars. È stato il primo italiano a essere introdotto nella Hall of Fame della International Astronautical Federation. Il suo ultimo libro è Volare oltre il cielo (Raffaello Cortina Editore, 2025). - [Goldy Ann Levy](https://lucysuimondi.com/autore/goldy-ann-levy/): Goldy Ann Levy è una giornalista freelance, produttrice audio e poetessa. È la produttrice principale di Las Cosmos (Shake It Easy Media) e sceneggiatrice di Crossing the River (NYU School of Law's Earth Rights Advocacy e Cerosetenta). È la creatrice di Encuento: Espacio de Escritura Libre (Encuento: Spazio di Scrittura Libera) dove utilizza la sua esperienza in poesia e scrittura creativa per facilitare un incontro online per scrittori di tutti i livelli. In precedenza è stata editrice di 070 Podcasts, una piattaforma indipendente in Colombia. Con una formazione in comunicazione e letteratura presso l'Emerson College di Boston e un master in Giornalismo presso l'Universidad de los Andes in Colombia, il suo lavoro si concentra sui diritti della natura e sul femminismo. I suoi podcast sono stati presentati su Cerosetenta, Ithaca Horizon e La Liga Contra el Silencio, mentre i suoi articoli sono apparsi su Sembra Media, La República, La Revista de Costa Rica e Haaretz. Originaria della Costa Rica, Goldy ora vive a Madrid con suo marito e due cani. - [Laura Tripaldi](https://lucysuimondi.com/autore/laura-tripaldi/): Laura Tripaldi è ricercatrice presso il Center for AI & Culture della New York University di Shanghai. - [Giorgio Brizio](https://lucysuimondi.com/autore/giorgio-brizio/): Giorgio Brizio, 23 anni, è un attivista che si occupa di clima e migrazioni. È autore di Non siamo tutti sulla stessa barca (Slow Food Editore, 2021) e curatore di Per molti anni da domani - ventisette attivisti europei scrivono di clima, pace e diritti (Bollati Boringhieri, 2024). - [Alessio Giacometti](https://lucysuimondi.com/autore/alessio-giacometti-2/): Alessio Giacometti ha un dottorato in scienze sociali e si occupa di ambiente, energia, studi sulla scienza e la tecnologia. Scrive per la televisione e per diverse riviste culturali online. - [Caterina Orsenigo](https://lucysuimondi.com/autore/caterina-orsenigo/): Caterina Orsenigo è scrittrice e giornalista. È laureata in filosofia a Milano e in letterature comparate a Parigi. Scrive di immaginari e crisi climatica per diversi giornali e riviste. Con Prospero Editore ha pubblicato il romanzo di viaggio Con tutti i mezzi necessari. Organizza passeggiate letterarie con l’associazione Piedipagina e fa parte del comitato organizzativo del corso di perfezionamento in Ecosocialismo dell’Università Bicocca. - [Riccardo Venturi](https://lucysuimondi.com/autore/riccardo-venturi/): Riccardo Venturi insegna Teoria e storia dell’arte contemporanea all’università Panthéon-Sorbonne di Parigi e si occupa del rapporto tra arti visive e scienze umane dell’ambiente. - [Enrico Bucci](https://lucysuimondi.com/autore/enrico-bucci-2/): Enrico Bucci, Ph.D. in Biochimica e Biologia molecolare (2001), è stato ricercatore presso l’istituto IBB (CNR) fino al 2014. Dal 2006 al 2008 ha diretto il gruppo R&D al Bioindustry Park del Canavese. Nel 2016 ha fondato Resis Srl, azienda dedicata alla promozione dell’integrità della ricerca scientifica pubblica e privata. È professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia presso il dipartimento di Biologia. È consulente per l’integrità nella ricerca scientifica per diverse istituzioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero.Il suo lavoro nel campo dell’integrità scientifica è apparso su diverse riviste nazionali e internazionali, inclusa Nature ed è stato premiato a Washington nel 2017 con il “Giovan Giacomo Giordano NIAF Award for Ethics and Creativity in Medical Research”. È autore di oltre 100 articoli scientifici su riviste peer reviewed, di alcuni libri divulgativi e di una rubrica quotidiana di divulgazione su «Il Foglio». - [Danilo Zagaria](https://lucysuimondi.com/autore/danilo-zagaria/): Danilo Zagaria è biologo, divulgatore scientifico e redattore editoriale. Scrive di libri, scienza e animali su diverse testate, fra cui «La Lettura» del «Corriere della Sera». Il suo sito personale è La Linea Laterale. Nel 2020 ha fondato la rivista letteral-scientifica «Axolotl». Con add editore ha pubblicato In alto mare. Paperelle, ecologia, Antropocene, finalista dell’edizione 2023 del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, e Il groviglio verde. Abitare le foreste dal Mesozoico alla fantascienza. - [Elisa Palazzi](https://lucysuimondi.com/autore/elisa-palazzi/): Elisa Palazzi è professoressa associata all’Università di Torino dove insegna Fisica del Clima. Studia il clima e i suoi cambiamenti nelle regioni di montagna, sentinelle del cambiamento climatico. È autrice, insieme a Federico Taddia, del libro Perchè la Terra ha la febbre?, Editoriale Scienza (2019) e del podcast “Bello Mondo” da cui è nato il libro Bello Mondo. Clima, attivismo e futuri possibili: un libro per capire quello che gli altri non vogliono capire (Mondadori, 2023). Con Sara Moraca ha scritto Siamo tutti Greta. Le voci inascoltate del cambiamento climatico (Ed. Dedalo 2022). Dal 2022, con l'associazione CentroScienza di Torino, cura il festival "Un grado e mezzo". - [Amitav Ghosh](https://lucysuimondi.com/autore/amitav-ghosh/): Amitav Ghosh, nato a Calcutta nel 1956, vive a New York. È autore di numerosi libri di successo, tradotti in piú di trenta lingue, tra cui i romanzi Il cerchio della ragione, Le linee d'ombra, Lo schiavo del manoscritto, Il cromosoma Calcutta, Il palazzo degli specchi, Il paese delle maree, L'isola dei fucili e l'amatissima trilogia della Ibis, ora ripubblicata da Einaudi: Mare di papaveri, Il fiume dell'oppio, Diluvio di fuoco; il volume di reportage Circostanze incendiarie; i saggi La grande cecità e La maledizione della noce moscata, che lo hanno reso un interlocutore privilegiato delle nuove generazioni di ambientalisti; il racconto in versi Jungle Nama e l'apologo La montagna vivente. Per Einaudi ha pubblicato anche Fumo e ceneri. Il viaggio di uno scrittore nelle storie nascoste dell'oppio. Nel 2024 gli è stato assegnato l'Erasmus Prize. - [Emanuela Evangelista](https://lucysuimondi.com/autore/emanuela-evangelista/): Emanuela Evangelista, biologa della conservazione e attivista ambientale, è impegnata da più di vent’anni nella tutela della foresta, della biodiversità e delle popolazioni tradizionali. Vive nel piccolo villaggio di Xixuaú, nel cuore dell’Amazzonia. È presidente di Amazônia ETS, organizzazione che sostiene i popoli dell’Amazzonia nella lotta contro la deforestazione e per la conservazione della maggior foresta tropicale del pianeta. È Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e membro della Species Survival Commission della IUCN. Il suo lavoro e i risultati delle sue ricerche hanno contribuito alla protezione di 600.000 ettari di foresta intatta, un’estensione pari a due terzi della Corsica. Il suo primo libro Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta (Laterza, 2023) ha vinto il premio Campiello Natura 2024. --- ## Persone --- # # Detailed Content ## Pagine - Published: 2025-05-07 - Modified: 2025-05-07 - URL: https://lucysuimondi.com/registrazione-newsletter-thank-you-page/ La tua iscrizione alla newsletter è stata confermata con successo! Preparati a ricevere direttamente nella tua casella di posta elettronica un tesoro di contenuti pensati per chi ama esplorare il mondo. Tra 5 secondi verrai reindirizzato alla Home Page --- - Published: 2025-05-05 - Modified: 2025-05-29 - URL: https://lucysuimondi.com/newsletter/ Newsletter Le newsletter di Lucy sui mondi Newsletter Una balena mi disse Iscriviti alla newsletter di Lucy sui mondi, sarai tra le prime persone a ricevere la newsletter mensile del nostro direttore editoriale Telmo Pievani. --- - Published: 2025-04-10 - Modified: 2025-04-10 - URL: https://lucysuimondi.com/lucy-termini-e-condizioni/ Termini e Condizioni TERMINI E CONDIZIONI GENERALI DI UTILIZZO DEL SITO E DI ABBONAMENTO SEZIONE 1 – AMBITO DI APPLICAZIONE DEI PRESENTI TERMINI E CONDIZIONI GENERALI L’Utente, navigando all’interno del sito internet https://lucysuimondi. com/ (da adesso anche solo “Sito”) di proprietà di Lucyonline s. r. l. , con sede legale in via della Chiusa, 15, 20123, Milano (MI), C. F. /P. 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Il “Trattamento di Dati Personali”, in parole semplici, è una qualsiasi operazione riguardante qualunque “informazione relativa a persona fisica, identificata o identificabile”. Ad esempio, sono considerati “Dati Personali”, il tuo nome e cognome, o un indirizzo e-mail con un “nome utente” che ti identifichi (es. mariorossi@... . ), e l’atto di raccoglierlo e conservarlo presso la nostra organizzazione è considerato “Trattamento”, così anche (sempre ad esempio) la loro comunicazione ad altri soggetti e la cancellazione. La Società è definita “Titolare del Trattamento”, perché stabilisce come e per quali finalità trattare le informazioni relative a persone fisiche; le persone che si trovano sotto la nostra diretta autorità (ad es. i nostri lavoratori) devono rispettare la normativa privacy. 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Lucy prosegue il suo viaggio verso territori inesplorati con l’obiettivo di creare lenti capaci di guardare non solo il mondo per com’è ma anche per come potrebbe essere, attraverso linguaggi che si rivolgono a un pubblico ampio e curioso. Lucy sui mondi darà voce alla scienza del Global South, a chi crede ancora che la democrazia sia un valore per il quale lottare, a chi mescola i linguaggi e dà un peso alle parole. Crediamo nella capacità delle persone di crearsi un proprio percorso di conoscenza e formazione. I mondi di Lucy sono aperti al possibile. In tempi oscuri, e questi lo stanno seriamente diventando, bisogna pensare al dopo e cominciare ad accendere luci di conoscenza e di impegno. Con Lucy stiamo costruendo una comunità che può ascoltare, proporre, seguire i corsi, partecipare ai festival e alle iniziative che creeremo sul territorio anche per il mondo della scuola. Ci trovate anche sui canali social. Lucy sui mondi è una rivista indipendente, fondata sulla qualità del lavoro dei collaboratori: per tale ragione, ogni contributo – qualunque sia la forma di esso – sarà adeguatamente retribuito. Per gli stessi motivi, dopo una fase iniziale gratuita, per accedere a una parte dei contenuti della rivista sarà necessario abbonarsi. Team --- - Published: 2025-04-04 - Modified: 2025-05-26 - URL: https://lucysuimondi.com/podcast/ podcast Tutti i podcast di Lucy sui mondi --- - Published: 2025-04-02 - Modified: 2025-04-18 - URL: https://lucysuimondi.com/rubriche/ Rubriche Tutte le rubriche di Lucy sui mondi. --- > Lucy sui mondi è una rivista multimediale che si occupa di mondi reali o possibili con parole e conoscenze da tutti i continenti. Crediamo nel piacere di formarsi per capire di più il presente e immaginare il futuro. - Published: 2025-04-02 - Modified: 2025-06-23 - URL: https://lucysuimondi.com/ Rubriche Vedi tutte le rubriche Rubriche Vedi tutte le rubriche I più letti Newsletter Una balena mi disse Iscriviti alla newsletter di Lucy sui mondi, sarai tra le prime persone a ricevere la newsletter mensile del nostro direttore editoriale Telmo Pievani. Video --- - Published: 2025-04-02 - Modified: 2025-04-24 - URL: https://lucysuimondi.com/video/ Video Tutti i video di Lucy sui mondi. --- - Published: 2025-03-28 - Modified: 2025-04-24 - URL: https://lucysuimondi.com/articoli/ Articoli Tutti gli articoli di Lucy sui mondi. --- - Published: 2025-03-24 - Modified: 2025-04-11 - URL: https://lucysuimondi.com/autori/ I nostri autori Gli autori di Lucy sono, prima di tutto, persone che ci piacciono. 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Vi aspettiamo presto. --- --- ## Contenuti > Dagli anni '70 a oggi l'esplorazione spaziale cinese ha fatto enormi progressi: ha vinto la competizione con l'UE e sta per superare gli USA, che però vogliono mantenere la propria supremazia, anche a costo di una devastante guerra stellare. - Published: 2025-06-30 - Modified: 2025-06-27 - URL: https://lucysuimondi.com/una-stella-rossa-nello-spazio/ Dagli anni '70 a oggi l'esplorazione spaziale cinese ha fatto enormi progressi: ha vinto la competizione con l'UE e sta per superare gli USA, che però vogliono mantenere la propria supremazia, anche a costo di una devastante guerra stellare. La Cina è entrata nell’era spaziale già nel 1970, con il lancio del suo primo satellite artificiale, il Dong Fang Hong 1. Ma per molti anni i suoi progressi sono stati piuttosto lenti, e soprattutto subordinati alla tecnologia che le veniva “prestata” dall’URSS. La vera svolta è avvenuta col nuovo millennio, quando il governo cinese decise di investire pesantemente nella scienza e nella tecnologia, coinvolgendo tutti i settori della società, tra i quali anche quello spaziale. La prima missione scientifica, Double Star, lanciata nel 2003, fu condotta in cooperazione con l’ESA, e questa cooperazione continuò poi in altri settori, come il programma lunare cinese, Chang’e. Noi dell’ESOC, il centro operativo dell’ESA, stabilimmo un accordo quadro con l’agenzia spaziale cinese per fornire supporto reciproco con le stazioni di terra alle missioni spaziali. Fu così che le nostre antenne seguirono praticamente tutte le missioni lunari cinesi, dalla prima missione orbitale nel 2007, al primo allunaggio, alle missioni che hanno riportato campioni lunari sulla Terra, nel 2020 e nel 2024. Come responsabile della rete di stazioni dell’ESA, ho potuto seguire da vicino gli sviluppi del programma Chang’e, che è molto rappresentativo di come i cinesi lavorano quando affrontano un nuovo campo della tecnologia: ogni missione aggiungeva un piccolo passo, una nuova tecnica, una nuova sfida. Niente balzi esagerati, tutto veniva costruito sulle basi solide verificate nelle missioni precedenti. E ad ogni missione costruivano nuove antenne sulla Terra, riducendo gradualmente il supporto richiesto alle nostre antenne. Un altro esempio caratteristico dell’approccio cinese fu la... --- > È solo la sostanza della materia a dare vita ai colori, oppure la forma gioca un ruolo sorprendente e determinante? Un viaggio variopinto tra farfalle, pavoni, coleotteri e colibrì visti al microscopio. - Published: 2025-06-28 - Modified: 2025-06-27 - URL: https://lucysuimondi.com/strutture-per-piegare-la-luce/ È solo la sostanza della materia a dare vita ai colori, oppure la forma gioca un ruolo sorprendente e determinante? Un viaggio variopinto tra farfalle, pavoni, coleotteri e colibrì visti al microscopio. In cosa risiede il colore? La risposta più immediata è: in un pigmento, cioè in una molecola che assorbe parte delle componenti della luce bianca solare, riflettendone altre (il colore che percepiamo). E in molti casi è proprio così: il rosso vivo di un petalo di papavero, il verde di una foglia, il giallo intenso della curcuma derivano da pigmenti, cioè da molecole che assorbono selettivamente alcune lunghezze d’onda della luce visibile e ne riflettono altre. Il colore, in questi casi, è una proprietà chimica: dipende dalla disposizione degli elettroni nella molecola e dal modo in cui essi reagiscono all’energia trasportata dai fotoni. Cambiando struttura molecolare, cambia il colore. Ma esistono colori che non derivano dalle proprietà di nessun pigmento. Colori che nascono invece da una struttura tridimensionale della materia che la luce colpisce. Colori, cioè, che derivano non dalla chimica materia, ma dalla sua forma. Li troviamo per esempio sulle ali di certe farfalle, come quelle del genere Morpho, che mostrano un blu metallico intensissimo e mutevole, impossibile da attribuire a un pigmento. Questo tipo di colore non sbiadisce col tempo, non si dissolve in solvente, e non può essere riprodotto semplicemente cercando la molecola con le proprietà chimiche “giuste”.   Per capire da dove provenga, bisogna osservare come è fatta fisicamente la superficie dell’ala. Le ali delle farfalle non sono lisce, ma coperte da minuscole scaglie sovrapposte, simili a tegole, ciascuna larga pochi decimi di millimetro. Se si osserva una scaglia al microscopio elettronico, si scopre che la... --- > Una ricerca recente smonta una teoria archeologica: gli agricoltori non sono stati i primi a prendere il largo. A precederli sono stati i cacciatori raccoglitori, che più vengono studiati più ci sorprendono. - Published: 2025-06-27 - Modified: 2025-06-26 - URL: https://lucysuimondi.com/gli-umani-hanno-navigato-nel-mediterraneo-prima-di-quanto-pensassimo/ Una ricerca recente smonta una teoria archeologica: gli agricoltori non sono stati i primi a prendere il largo. A precederli sono stati i cacciatori raccoglitori, che più vengono studiati più ci sorprendono. Un gruppo di persone in fila indiana, accovacciate una dietro l’altra all’interno di un grosso tronco intagliato, rema faticosamente in mezzo a una enorme distesa di acqua. Fa caldo, caldissimo, e all’orizzonte si distinguono soltanto due colori: il blu del mare e l’azzurrino del cielo. A un certo punto la persona che guida la fila ed è seduta a prua scorge qualcosa in lontananza. Sembra una piccola gobba del mare, che minuto dopo minuto diventa sempre più grande, sempre più larga. È un’isola. Sono quasi arrivati.   A pochi metri dalla riva le persone appoggiano i remi, scendono dalla canoa – finalmente possono sgranchirsi le gambe – e camminando nell’acqua che gli arriva alle ginocchia accompagnano a mano la canoa fino al bagnasciuga, come fanno sempre quando arrivano sull’isola La trascinano con fatica qualche metro più in su, lontano dalle onde, poi si incamminano nell’entroterra lungo un sentiero che conoscono a memoria. Attorno a loro non ci sono terreni coltivati, recinti o capanni per gli attrezzi. A bordo della canoa non hanno portato sacchi di semi o gabbie di legno impilate una sull’altra. Arrivati a casa, non li attende un turno a strappare le erbacce nei campi. Queste persone, insomma, non sono esattamente chi ci aspettavamo.   L’isola in questione è Malta, e siamo intorno al 6. 000 a. C. Fino a poche settimane fa ritenevamo che le isole più remote del mar Mediterraneo fossero state raggiunte soltanto dalle prime comunità umane che praticavano l’agricoltura e l’allevamento. Due innovazioni tecnologiche... --- > L'ambientalismo rosso gode di nuova popolarità, sostiene pianificazione economica e decrescita, accusa il capitalismo di essere il principale colpevole della crisi climatica. Ma è compatibile con la democrazia? - Published: 2025-06-26 - Modified: 2025-06-25 - URL: https://lucysuimondi.com/lecosocialismo-salvera-il-pianeta/ L'ambientalismo rosso gode di nuova popolarità, sostiene pianificazione economica e decrescita, accusa il capitalismo di essere il principale colpevole della crisi climatica. Ma è compatibile con la democrazia? Nel brano Live in Pankow i CCCP cantavano “voglio un piano quinquennale, la stabilità”. Era il 1996, l’Unione Sovietica era caduta da poco, la Russia tentava un passaggio diretto da economia centralizzata a economia di mercato e intanto registrava un crollo inaudito dell’aspettativa di vita, la povertà impennava passando dal 3% della fine degli anni Ottanta al 20% degli anni Novanta fino al 34% del ’94. Fra il 1991 e il 1998 l’eccesso di mortalità fu di 3,4 milioni. Dall’altra parte della cortina di ferro il neoliberismo era già esploso. Reagan era stato presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989 e nel Regno Unito Margaret Thatcher aveva avuto dal 1979 al 1990 per rivoltare l’economia. Dieci anni di riduzione della spesa pubblica e delle tasse sul reddito, di porte aperte ai privati, di deregolamentazione. Le politiche di alcuni paesi europei avrebbero seguito a ruota nel decennio successivo, ma soprattutto la cultura del centro-sinistra europeo si sarebbe adattata a mutamenti economici che erano prima di tutto mutamenti di valori. In Italia, poi, nel 1992 il Partito socialista chiudeva i battenti dopo 98 anni di storia, portandosi dietro la macchia indelebile di Tangentopoli e l’eredità di una presidenza Craxi di simpatie liberiste. Mentre i CCCP cantavano “voglio un piano quinquennale”, in Italia “socialismo” diventava una parolaccia, il crollo sovietico risuonava sull’Occidente come sconfitta morale ed economica di tutti sogni dei decenni precedenti, il futuro l’avrebbero dettato i lasciti di Reagan e Thatcher. Di piani quinquennali da questo lato del mondo non... --- > Entro il 2100 più della metà della massa glaciale alpina potrebbe scomparire. I funerali per la criosfera si moltiplicano in tanti angoli del mondo, con conseguenze gravi per il clima. - Published: 2025-06-24 - Modified: 2025-06-23 - URL: https://lucysuimondi.com/i-ghiacciai-sono-una-specie-in-via-destinzione/ Entro il 2100 più della metà della massa glaciale alpina potrebbe scomparire. I funerali per la criosfera si moltiplicano in tanti angoli del mondo, con conseguenze gravi per il clima. Il 18 agosto 2019, sulle pendici del vulcano Islandese Ok, è stata affissa una targa per commemorare la scomparsa di Okjökull, morto all’età di circa 700 anni. Okjökull era un ghiacciaio, ma nel 2019 ne era rimasta solo una piccola chiazza, il 7% dell’estensione che aveva cento anni prima. La targa reca inciso un breve testo, una “Lettera al futuro” a firma dello scrittore islandese Andri Snaer Magnason e rivolta a chi verrà dopo di noi:  Ok è il primo ghiacciaio islandese a perdere il suo status di ghiacciaio. Nei prossimi duecento anni, si prevede che tutti i nostri ghiacciai seguiranno lo stesso destino. Questo monumento è stato realizzato per riconoscere che sappiamo cosa sta accadendo e cosa deve essere fatto. Solo voi sapete se ci siamo riusciti. Agosto 2019, 415 ppm CO2 Quello per Okjökull fu il primo di una lunga serie di funerali per i ghiacciai celebrati nello stesso anno: il 22 settembre fu la volta del ghiacciaio Pizol in Svizzera, tra il 26 e il 28 settembre quella del Monviso, del Montasio, del ghiacciaio del Lys, e poi dello Stelvio e della Marmolada. Non si trattava, né si tratta, di ghiacciai delle Alpi già del tutto scomparsi, ma molto sofferenti, e quelle celebrazioni hanno voluto rappresentare un monito, un segnale prima che sia troppo tardi, un fermarsi per riflettere su quanto sta accadendo e su cosa è in nostro potere fare prima che sia troppo tardi. Anche il 2025 è un anno in cui fermarci a riflettere... --- > Intervista a Phoebe Plummer, l'attivista che ha imbrattato i "Girasoli" di Van Gogh, che racconta come il movimento Just Stop Oil ha raggiunto il suo obiettivo. - Published: 2025-06-23 - Modified: 2025-06-23 - URL: https://lucysuimondi.com/prima-li-hanno-derisi-poi-hanno-vinto/ Intervista a Phoebe Plummer, l'attivista che ha imbrattato i "Girasoli" di Van Gogh, che racconta come il movimento Just Stop Oil ha raggiunto il suo obiettivo. Dopo aver speso 200 giorni in carcere, a metà luglio 2024 gli e le attiviste Lucia Whittaker-De-Abreu (34), Cressida Gethin (22), Louise Lancaster (58), Daniel Shaw (38) e Roger Hallam (58) sono state condannate a quattro anni di reclusione per “cospirazione al disturbo della quiete pubblica”. Cioè per aver partecipato a una chiamata Zoom che avrebbe portato a dei blocchi del traffico su uno snodo autostradale londinese nel novembre 2022. La condanna più pesante è stata inflitta a Roger Hallam, che a quell’azione non era nemmeno fisicamente presente. Hallam, agricoltore gallese, ha sicuramente un posto nell’Olimpo dell’attivismo per il clima. Nel 2018 ha fondato Extinction Rebellion (XR), dal quale è stato allontanato per le sue posizioni ritenute estreme, e nel 2022 Just Stop Oil, omologo britannico di Ultima Generazione. Ultima Generazione era infatti una campagna di XR, che da un lato è divenuta sempre più autonoma e dall’altro è stata disconosciuta dal resto del movimento, diventando indipendente. Pur essendo alcune pratiche di Just Stop Oil – i blocchi stradali generalizzati, l’uso di droni per bloccare lo scalo passeggeri di Heathrow, l’imbrattamento di patrimoni dell’umanità come Stonehenge – non condivise da molti gruppi ambientalisti, queste cinque condanne rappresentano un attacco all’intero movimento per il clima. A Hallam è stato impedito di testimoniare di fronte alla giuria sul rischio di estinzione causato dall’uso dei combustibili fossili. Coloro che si sono presentati davanti al tribunale sono stati messi in stato di fermo; tutti tranne un attivista che portava con sé un cartello polemicamente... --- > Per Darwin la selezione naturale non era solo competizione spietata. Oggi la biologia sfata questa strumentalizzazione e mette in luce un altro fattore chiave dell'evoluzione: la cooperazione. - Published: 2025-06-22 - Modified: 2025-06-23 - URL: https://lucysuimondi.com/la-natura-senza-artigli/ Per Darwin la selezione naturale non era solo competizione spietata. Oggi la biologia sfata questa strumentalizzazione e mette in luce un altro fattore chiave dell'evoluzione: la cooperazione. È domenica pomeriggio, siete sbracati sul divano e state guardando un documentario sugli animali. Uno di quelli classici, con riprese mozzafiato, paesaggi sconosciuti, creature misteriose, e in sottofondo una voce calda che racconta: “I lupi, ancora una volta, scelgono di cooperare fra di loro, lanciandosi in una danza giocosa, evitando il conflitto aperto. Del resto, gli esseri umani, maestri nella condivisione di risorse, fanno la stessa cosa. La cooperazione, l’aiuto reciproco, sono le forze fondamentali che dirigono i processi evolutivi e danno forma al nostro mondo, come scriveva Charles Darwin nell’Origine delle Specie. Ben lontana dalla matrigna che descrive Leopardi, la natura è priva di artigli e retta dalla cooperazione. Dalla minuscola simbiosi che ha luogo nelle nostre cellule fino all’altruismo fra membri di specie diverse, tutto in lei ci ricorda l’importanza del mutuo soccorso”. Se vi sembra che qualcosa non quadri, se questo paragrafo vi è suonato straniante o poco familiare, avete ragione. È un testo del tutto inventato, non è mai comparso in nessun documentario. Il suo contenuto però non è falso, è solo esagerato. Presenta la cooperazione come forza motrice principale dei processi evolutivi nel mondo animale, sminuendo il ruolo della competizione.   Un’operazione di esagerazione uguale e contraria viene portata avanti da moltissime persone, nell’ambito della biologia, della politica, della scrittura, da ormai centosessant’anni. Da quando Charles Darwin ha pubblicato L’Origine delle Specie, nel 1859, la retorica secondo cui la selezione naturale sarebbe frutto di una competizione spietata che giustifica e consente la sopravvivenza del più... --- > La molecola dell'RNA non si limita a un solo ruolo, perché la sua chimica versatile la rende una piattaforma biotecnologica universale, che rivoluziona biologia, ingegneria e medicina. - Published: 2025-06-21 - Modified: 2025-06-19 - URL: https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-quinta-parte/ La molecola dell'RNA non si limita a un solo ruolo, perché la sua chimica versatile la rende una piattaforma biotecnologica universale, che rivoluziona biologia, ingegneria e medicina. L’RNA non è una molecola che svolge una determinata funzione, ma una che può codificare qualunque funzione. Questa proprietà è il risultato di una chimica versatile, basata sulla complementarietà di basi azotate, sulla formazione di strutture secondarie e sull’interazione selettiva con enzimi, ribosomi, proteine regolatorie, recettori di membrana, sistemi immunitari e segnali intracellulari. A differenza del DNA, l’RNA può essere letto, distrutto, replicato, piegato, attivato o silenziato senza attraversare il nucleo e senza necessità di replicazione genomica. Questa duttilità lo rende un linguaggio di scrittura funzionale a livello molecolare. Ogni funzione che l’RNA può svolgere è programmabile in una sequenza. Da qui deriva l’insieme oggi detto “tecnologia RNA”: un insieme non omogeneo, ma articolato in più princìpi di azione distinti, ciascuno alla base di classi diverse di applicazioni cliniche, agricole e diagnostiche. La prima funzione sfruttata, e ancora oggi la più intuitiva, è quella codificante. Alcuni RNA, detti “messaggeri” (messenger RNA, abbreviato in mRNA), portano l’informazione necessaria alla sintesi di una proteina. Perché un mRNA sia funzionale in una cellula eucariotica, deve presentare una struttura precisa: un’estremità iniziale (5’) modificata con un cap, ovvero un nucleotide metilato che ne permette il riconoscimento da parte della macchina di traduzione, e un’estremità finale (3’) costituita da una lunga coda di adenine, detta coda poli-A, che stabilizza la molecola e ne regola la degradazione. Una volta introdotto nel citoplasma, l’mRNA viene letto dai ribosomi e tradotto in una catena di amminoacidi: la proteina bersaglio. Questo principio è stato impiegato per produrre vaccini efficaci... --- > Le fotografie di Edward Burtynsky trasformano i paesaggi devastati dai processi estrattivi in opere d'arte ipnotiche. Ma questa bellezza ci avvicina o ci allontana dalla verità? - Published: 2025-06-19 - Modified: 2025-06-18 - URL: https://lucysuimondi.com/il-sublime-industriale/ Le fotografie di Edward Burtynsky trasformano i paesaggi devastati dai processi estrattivi in opere d'arte ipnotiche. Ma questa bellezza ci avvicina o ci allontana dalla verità? In uno dei dittici della mostra BURTYNSKY: Extraction/Abstraction spicca una veduta aerea di una cava di marmo a Carrara. Depositi calcarei risalenti a trenta milioni di anni fa sono stati svuotati con perizia dagli esseri umani fino a diventare canyon dalle pareti bianche e spigolose, intagliate nel fianco della montagna con geometrico rigore. Gli antichi romani chiamavano questa pietra perlacea marmor lunensis, per la sua affinità con il nitore lunare, ma furono soprattutto gli artisti rinascimentali ad alimentarne la leggenda. Il David di Michelangelo fu scolpito da un blocco unico di marmo di Carrara, così come la Pietà vaticana. La pietra statuaria andò esaurendosi già alla fine del Novecento, ma il marmo odierno, con le sue venature grigie, rimane ancora il più pregiato e richiesto per pavimentare le case dell’alta borghesia internazionale.   Pare che dalle cave di Carrara sia stato estratto più marmo che da qualsiasi altro luogo sulla Terra, e che negli ultimi cinquant’anni si sia scavato più che nei due millenni precedenti. È un record di cui i cavatori carraresi vanno fieri, ma sanno anche che il marmo è al tempo stesso la loro benedizione e il loro anatema. L’estrazione devasta il territorio, arricchisce oscenamente i padroni e fa ammalare i lavoratori. I residui degli scavi vengono macinati e impastati in dentifrici e vernici, ma le polveri sottili che si librano in aria prima o poi precipitano nei polmoni o sbiancano i fiumi. L’arte non è che un sottoprodotto dell’estrazione del marmo, proprio come la distruzione del... --- > Un patrimonio artistico millenario racconta l’origine del legame sacro tra umani, animali e foresta. Perché iniziamo a decifrarne il significato solo oggi? - Published: 2025-06-18 - Modified: 2025-06-17 - URL: https://lucysuimondi.com/le-piu-antiche-pitture-dellamazzonia/ Un patrimonio artistico millenario racconta l’origine del legame sacro tra umani, animali e foresta. Perché iniziamo a decifrarne il significato solo oggi? La roccia spicca contro il cielo, oltre il tappeto infinito della foresta. Lo strato di nuvole antracite inizia a ispessirsi, nel pomeriggio cadrà la pioggia. Prendiamo i nostri zaini e ci mettiamo in cammino. La Serranía de la Lindosa è una dorsale rocciosa che attraversa l’Amazzonia nord-occidentale per tredici chilometri, nel dipartimento colombiano del Guaviare, dove le pianure dell’Orinoco incontrano la giungla amazzonica. Migliaia di immagini sono dipinte sulle pareti dei tepui, le rocce sporgenti che sono i frammenti monumentali dell’antichissimo Scudo della Guyana, un altopiano quasi del tutto affondato. Gli esseri umani arrivarono qui per la prima volta alla fine del Paleolitico. L’aria era più fresca e secca di oggi, e la vegetazione ricopriva la terra. Assaggiarono le piante e avvistarono gli animali: formiche pungenti, uccelli scintillanti, serpenti e lucertole, temibili felini e forse giganteschi mammiferi ora estinti. Da lontano potevano vedere queste scogliere e si avvicinarono. Lasciarono delle immagini sulla roccia arenaria. Gli europei arrivarono in questa zona nel XVIII secolo. Le pitture della Lindosa furono scoperte a metà del XIX secolo – vent’anni prima della scoperta della grotta di Altamira in Spagna – e fotografate per la prima volta negli anni Quaranta del Novecento. Nel frattempo, il boom dell’industria della gomma aveva cambiato radicalmente la vita degli indigeni. «Si chiama gomma indiana perché cancella o elimina gli Indiani», scrisse Roger Casement. Stiamo appena iniziando a comprendere l’antichità della presenza umana in Amazzonia e la sua ricchezza culturale. L’area fu esplorata nel 1943 dal Famoso etnobotanico Richard Evans... --- > Uno studio archeologico su 20.000 anni di storia rivela che i conflitti influenzano le disparità sociali in base al tipo di governo e alla distribuzione delle risorse. Quali lezioni possiamo trarne per il presente? - Published: 2025-06-17 - Modified: 2025-06-16 - URL: https://lucysuimondi.com/la-guerra-aumenta-o-riduce-le-diseguaglianze/ Uno studio archeologico su 20.000 anni di storia rivela che i conflitti influenzano le disparità sociali in base al tipo di governo e alla distribuzione delle risorse. Quali lezioni possiamo trarne per il presente? Per secoli ci siamo interrogati su quali siano le cause delle disuguaglianze che caratterizzano molte società umane. A ben guardare, una risposta univoca non esiste: a determinare l’aumento o la riduzione delle disparità sociali ed economiche all’interno di una comunità concorrono molti fattori, e non è sempre facile dipanarne le interazioni. Il più recente sforzo per sbrogliare questa matassa è stato intrapreso da un nutrito gruppo di archeologi interessati allo studio delle diseguaglianze nella storia, che, qualche anno fa, ha messo a punto il progetto GINI (Global Dynamics of INequalIty). GINI consiste nella raccolta di una grande mole di dati archeologici – diversi per provenienza geografica (di portata globale) e per datazione (da 20. 000 anni fa fino al Novecento) – che raccontano la disparità residenziale, cioè la grandezza delle abitazioni rinvenute in un sito, nelle diverse società: un dato utile da impiegare come proxy (elemento indicatore) per valutare il livello di diseguaglianza economica (e dunque sociale) all’interno di una comunità. La creazione di questo dataset ha rappresentato uno strumento di grande valore per esplorare il rapporto tra conflitti e andamento delle diseguaglianze: il legame tra queste due forze sociali è dibattuto nella letteratura scientifica, e sono state avanzate teorie – altrettanto convincenti seppur contrastanti – che sostengono da un lato che la guerra esacerbi le diseguaglianze sociali, dall’altro che essa le appiani. Alcuni antropologi e archeologi della Florida State University hanno adoperato i dati raccolti dal progetto GINI per provare, a loro volta, a dirimere questo apparente ossimoro teorico.... --- > Tra pochi decenni, forse poco più di uno, la foresta amazzonica potrebbe morire. È una catastrofe studiata da anni, le cui conseguenze riguarderanno l'intero pianeta. - Published: 2025-06-16 - Modified: 2025-06-13 - URL: https://lucysuimondi.com/lamazzonia-si-avvicina-al-punto-di-non-ritorno/ Tra pochi decenni, forse poco più di uno, la foresta amazzonica potrebbe morire. È una catastrofe studiata da anni, le cui conseguenze riguarderanno l'intero pianeta. Ho il privilegio di vivere nell’Amazzonia intatta. Rigogliosa, umida, ricca di vita e di risorse, la foresta intorno al mio villaggio ci nutre, ci disseta, ci protegge e fornisce i materiali con cui costruiamo le abitazioni, gli arredamenti, le imbarcazioni e anche i giocattoli per i bambini. Ma è un paradiso a rischio estinzione e, anche se fa male solo pensarci, è necessario parlarne. Secondo numerosi studi all’Amazzonia restano pochi decenni di vita, forse poco più di uno.   Perché esattamente? Con quali conseguenze? E, soprattutto, è davvero inevitabile? È recente la notizia di un calo importante nella deforestazione brasiliana rilevato da MapBiomas, una coalizione di ONG, università e aziende che mappa annualmente la copertura e l'uso del suolo dell’intero territorio nazionale, oltre a monitorare mensilmente le superfici d'acqua e le cicatrici degli incendi. Secondo l’ultimo report della coalizione, nel 2024 il Brasile ha registrato una riduzione della deforestazione del 32,4% rispetto al 2023. La diminuzione in Amazzonia è stata del 17%, con circa 3. 777 km quadrati di foresta rasa al suolo, segnando il dato più basso dal 2019. Il calo è attribuibile alle politiche di controllo dell’attuale governo, ma è ancora lontano il raggiungimento dell'obiettivo di zero deforestazione entro il 2030, annunciato dal presidente Lula da Silva all’inizio del suo mandato. Il dato riportato, anche se inferiore all’anno precedente, è comunque allarmante: in media, sono stati rasi al suolo 1. 035 ettari di foresta al giorno, sette alberi ogni secondo.   Inoltre, i dati di MapBiomas riguardano soltanto il... --- > Gli antichi scribi mesopotamici prevedevano il moto dei pianeti a partire da domande distantissime da quelle dell'astronomia moderna, che ci spingono a ripensare la natura della conoscenza scientifica. - Published: 2025-06-15 - Modified: 2025-06-13 - URL: https://lucysuimondi.com/la-scienza-cuneiforme-e-la-nostra/ Gli antichi scribi mesopotamici prevedevano il moto dei pianeti a partire da domande distantissime da quelle dell'astronomia moderna, che ci spingono a ripensare la natura della conoscenza scientifica. Babilonia, 3000 anni fa. È notte. Ti sei spinto nella steppa, lontano dalla città. Sopra di te si svolge uno spettacolo mozzafiato: quello del cielo. È un mondo lontano fatto di puntini luminosi che appaiono dopo che tramonta il sole e si muovono in maniera circolare, da est a ovest. Li osservi tutte le notti e sai che ritorneranno al punto di partenza. A volte, il loro movimento è interrotto da puntini erranti che compiono tragitti irregolari: sono i pianeti.   Che senso ha tutto questo per te? Hai imparato a calcolare dove e quando gli astri si sposteranno nel futuro. Non solo: sei anche in grado di prevedere le conseguenze di questi spostamenti per gli esseri umani.   Sin dall’antichità abbiamo osservato e interrogato il cielo in cerca di risposte a domande sempre diverse. Troviamo ancora oggi tracce arcaiche di questo rapporto fra noi e la volta celeste nell’astrologia, la pseudoscienza più popolare e amata in Occidente. Questa storia va di pari passo con quella del pensiero scientifico. A Babilonia non c’erano i limiti che tracciamo fra scienza e pseudoscienza, o fra astronomia e astrologia. Gli studi di Assiriologia – la disciplina che riguarda la cultura e la storia della Mesopotamia – rivelano che gli scribi erano in grado di ottenere risultati matematicamente precisi allo scopo di indagare l’influenza degli astri sulla nostra vita. Oggi ci si interroga su come definire ciò che facevano quei sapienti babilonesi: è possibile concepire una scienza che includa conoscenze che noi definiremmo “non... --- > Dalle prime molecole autoreplicanti alle reti evolutive complesse: secondo alcune ricerche recenti, l'RNA non solo sostiene i meccanismi fondamentali della vita, ma è anche la chiave per comprenderne l'origine. - Published: 2025-06-14 - Modified: 2025-06-18 - URL: https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-quarta-parte/ Dalle prime molecole autoreplicanti alle reti evolutive complesse: secondo alcune ricerche recenti, l'RNA non solo sostiene i meccanismi fondamentali della vita, ma è anche la chiave per comprenderne l'origine. Se si cerca il filo rosso che unisce le funzioni più intime dell’RNA nella cellula moderna – il ribosoma che costruisce proteine, i tRNA che fanno da adattatori, i ribozimi che catalizzano reazioni e regolano processi – ci si ritrova costantemente davanti a un paradosso storico: la molecola al centro della vita, che trasporta informazione e al tempo stesso la trasforma in azione chimica, mostra ancora oggi, nelle cellule di ogni essere vivente, le tracce di un antico passato. Un passato in cui la vita stessa, nella sua forma più elementare, non doveva assomigliare molto a ciò che chiamiamo oggi cellula, ma era già retta da logiche evolutive e da meccanismi di replica, variazione e selezione. La domanda che ossessiona da decenni biologi e chimici è sempre la stessa: come può la vita nascere da molecole semplici? Come si è passati da una Terra giovane e caotica, senza cellule, senza DNA, senza proteine, a un mondo in cui l’informazione e la chimica sono così perfettamente intrecciate? La risposta che oggi la scienza propone con crescente forza è la cosiddetta “ipotesi del mondo a RNA”. Non una fantasia, ma una ricostruzione sperimentale che ha guadagnato solidità grazie a scoperte di laboratorio sempre più sorprendenti. Tutto nasce dall’osservazione, ormai ben documentata, che l’RNA può non solo immagazzinare informazione genetica come fa il DNA, ma anche piegarsi, ripiegarsi e diventare una macchina molecolare capace di catalizzare reazioni, cioè di agire come una proteina. E che questa doppia funzione non è una curiosità marginale,... --- > Ve lo dice la scienza, che sperimenta nuovi modi per combatterle mentre la crisi climatica trasforma la Terra in un luogo più caldo e più malato. - Published: 2025-06-09 - Modified: 2025-06-05 - URL: https://lucysuimondi.com/fate-bene-a-odiare-le-zanzare/ Ve lo dice la scienza, che sperimenta nuovi modi per combatterle mentre la crisi climatica trasforma la Terra in un luogo più caldo e più malato. “Dopo aver passato più di cinquant’anni a combattere i virus, uno di essi ha reagito, e mi ha quasi abbattuto. Parlo del virus della febbre del Nilo occidentale, trasmessomi da uno degli animali più letali che esistano: le zanzare. E non sono stato infettato in uno dei miei viaggi, ma nel giardino di casa, nei sobborghi di Washington, nel mese di agosto”.   Così iniziava, sul «New York Times» dello scorso ottobre, il drammatico racconto di Anthony Fauci, il leggendario direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases dal 1984 al 2022, diventato noto a tutto il mondo durante la pandemia sia in quanto fonte di informazioni preziose, sia per i suoi scontri con Donald Trump e la sua cerchia di convinti no vax e negazionisti climatici. Febbre a 39,5°C, delirio, confusione mentale, debolezza muscolare, stanchezza estrema e sensazione di essere sul punto di morire lo hanno accompagnato per cinque giorni. Poi, lentamente, la ripresa e la dimissione. Senza una diagnosi, arrivata solo il giorno dopo, con l’esito dei test specifici: era stato il virus della febbre del Nilo (o Wnv, da West Nile Virus), un flavivirus della stessa famiglia di quelli della febbre gialla e della dengue, che danno tutti sintomi simil-influenzali e contro il quale non esistono cure. Con i suoi 83 anni, era stato davvero a rischio, perché quel virus uccide una persona su dieci tra chi sviluppa i sintomi. Per uno strano destino, è toccato quindi a Fauci incarnare ciò che i suoi colleghi virologi,... --- > La sua reputazione da genio visionario è frutto di una strategia di marketing incompatibile con il pensiero critico e il metodo scientifico. - Published: 2025-06-08 - Modified: 2025-06-05 - URL: https://lucysuimondi.com/elon-musk-non-e-uno-scienziato/ La sua reputazione da genio visionario è frutto di una strategia di marketing incompatibile con il pensiero critico e il metodo scientifico. “Alla fine, tutta la vita sulla Terra sarà distrutta dal Sole. ” Parole forti, quelle pronunciate da Elon Musk in un’intervista a Fox News, in cui spiegava le motivazioni a colonizzare Marte: creare una “seconda casa” per l’umanità, prima che il nostro pianeta venga incenerito dall’espansione solare. Il problema? Questa affermazione è scientificamente fuorviante, anche se suona bene. Anzi, suona epica. Come molte delle dichiarazioni di Musk è costruita per sedurre. Il Sole, effettivamente, un giorno diventerà una gigante rossa. Ma questo accadrà tra circa cinque miliardi di anni. E lo stesso destino riguarderà Marte. Se si vuole una ragione scientifica per colonizzare altri pianeti, dunque, questa non è quella giusta. Eppure, lo storytelling da catastrofe imminente funziona. Soprattutto in un’epoca in cui l’alfabetizzazione scientifica è ancora debole. Elon Musk è stato a lungo descritto come l’incarnazione del genio innovatore: l’uomo che vuole salvare il mondo. Auto elettriche, razzi riutilizzabili, interfacce cervello-macchina, tunnel futuristici. Ma c’è una differenza sostanziale tra il pensiero scientifico e il marketing tecnologico. E oggi, sempre più spesso, Musk dà più peso alla seconda che alla prima. La differenza non è banale. Il pensiero scientifico si fonda su dubbi, verifiche, errori condivisi, trasparenza. Il marketing punta a convincere, stupire, vendere. Quando si confondono i due piani, il rischio è che l'opinione pubblica non distingua più tra fatti e affermazioni suggestive. La narrazione “colonizziamo Marte prima che il Sole distrugga la Terra” è un esempio perfetto. Il tono da film di fantascienza colpisce l’immaginazione, ma ignora i... --- > Il ribosoma è la macchina molecolare che dimora nel cuore stesso della vita. Come funziona? - Published: 2025-06-07 - Modified: 2025-06-04 - URL: https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-terza-parte/ Il ribosoma è la macchina molecolare che dimora nel cuore stesso della vita. Come funziona? Immaginiamo una macchina molecolare costruita a partire dai princìpi che abbiamo descritto nella puntata precedente: una struttura di RNA che, grazie al proprio ripiegamento programmato, è dotata di cavità, anse, superfici cariche e tasche, ognuna con proprietà chimiche e geometriche specifiche. Questa macchina possiede la capacità, già vista negli aptameri, di riconoscere in modo selettivo un altro filamento di RNA, legandolo lungo la propria superficie in punti determinati. Non si tratta però di un semplice ancoraggio: la macchina scorre letteralmente lungo il filamento che riconosce, avanzando da un’estremità all’altra. Questo avanzamento, non è continuo ma “a scatti”, ogni volta di tre nucleotidi: ogni scatto mette a contatto una nuova tripletta di basi con una regione precisa della macchina, esattamente come un nastro che viene fatto avanzare di tre perline alla volta sotto la lente di un lettore automatico. La precisione di questa interazione deriva interamente dalla struttura tridimensionale della macchina: la superficie esterna è disegnata, per via del ripiegamento, per accogliere il filamento “passeggero” solo in una determinata posizione, lasciando esposta una porzione di tre basi alla volta. Queste tre basi, esattamente come nell’esempio degli aptameri, vengono riconosciute dalla macchina grazie alla corrispondenza tra la loro forma, la loro disposizione e le cavità chimiche presenti nella struttura del complesso. Il riconoscimento è strettissimo: solo quella tripletta di basi, in quella posizione, trova un incastro perfetto nella macchina. A questo punto, la proprietà più sorprendente: ogni volta che una tripletta specifica viene alloggiata nella posizione giusta, la macchina di RNA catalizza... --- > In una delle più antiche rappresentazioni dell'attività estrattiva umana possiamo riconoscere le radici della crisi che viviamo, e ripercorrerne la storia. - Published: 2025-06-05 - Modified: 2025-06-06 - URL: https://lucysuimondi.com/un-collasso-iniziato-2500-anni-fa/ In una delle più antiche rappresentazioni dell'attività estrattiva umana possiamo riconoscere le radici della crisi che viviamo, e ripercorrerne la storia. Quattro figure maschili raccolgono argilla da una cava rocciosa. Da destra a sinistra seguiamo l’elementare catena di montaggio, dall’estrazione al trasporto della materia: uno piccona la parete, uno raccoglie la roccia sgretolata in una cesta,uno la porge alla figura più esile che, in equilibrio precario, è il tramite tra il sottosuolo e la superficie. Chiara la divisione del lavoro: i due più giovani assistono i due adulti, riconoscibili dalla barba, in un’operazione che richiede esperienza e diverse competenze, tra cui la localizzazione delle fonti d’argilla a seconda dei prodotti di ceramica da realizzare, la conoscenza della topografia locale e dei processi geologici. Per rifocillarsi, bevono acqua o vino dall’anfora sospesa al centro. La nudità, che si ritrova anche nelle immagini che raffigurano i lavoratori nelle fornaci, indica lo statuto sociale degli artigiani e la condizione degradante della loro attività. Le dimensioni smisurate dei genitali (αἰδοῖα) dell’uomo più attivo non sono quindi legate alla virilità, come verrebbe da pensare, ma allo stigma sociale, a meno che l’intento non sia ironico. Si tratta di un pinax, una piccola (10. 4x13. 2 cm) tavoletta votiva in terracotta, piatta e rettangolare, dipinta su entrambi i lati (sull’altro è raffigurato un uomo a cavallo). Risalente al 570 a. C. circa, è stato ritrovato casualmente nel 1879, assieme a un migliaio di frammenti sulla collina di Penteskouphia, un villaggio sconosciuto vicino Corinto, sull’istmo che unisce la penisola del Peloponneso alla terraferma greca. Conservato all’Altes Museum di Berlino, alcuni si trovano al Louvre di Parigi, mentre i... --- > Il nostro mare versa in condizioni critiche. Ma una nuova disciplina scientifica promette di restituirgli salute attraverso il restauro attivo degli ecosistemi. - Published: 2025-06-03 - Modified: 2025-05-29 - URL: https://lucysuimondi.com/possiamo-riparare-il-mediterraneo/ Il nostro mare versa in condizioni critiche. Ma una nuova disciplina scientifica promette di restituirgli salute attraverso il restauro attivo degli ecosistemi. Per l’ecologia il castoro non è soltanto un grande roditore che rosicchia il legno e devia il corso dei fiumi, ma è anche un costruttore di nicchie. Tutti gli esseri viventi, esseri umani compresi, fabbricano la propria nicchia ecologica. Un lavoro di costante modifica degli ecosistemi terrestri e del pianeta stesso che dura una vita intera. La nicchia non è soltanto lo spazio fisico che viene occupato dagli individui di una specie, ma l’insieme degli effetti che le loro azioni hanno sul mondo: l’ombra proiettata da un gigantesco baobab, l’ossigeno prodotto dalle alghe verdi, le zone di caccia di uno squalo bianco, i gas serra scaricati dai motori delle nostre auto. Homo sapiens, per quanto ne sappiamo, è l’unica specie che ha sviluppato coscienza dei suoi impatti sul pianeta Terra. Da qualche anno ci definiamo addirittura “forza geologica”, per sottolineare la capacità che abbiamo raggiunto, dalla Rivoluzione industriale in poi, di cambiare il clima e di influenzare la salute degli ecosistemi. Di fronte a questi effetti, spesso catastrofici e nocivi per la biodiversità globale, abbiamo agito per limitare i danni e, soprattutto, per proteggere le aree più esposte o più preziose. Dai primi anni Settanta fino alla fine del secolo scorso l’istituzione di aree protette è stata la priorità nel campo della conservazione ambientale. Il celebre biologo Edward O. Wilson, dopo anni di insuccessi, finì per proporre, attraverso un libro decisamente provocatorio, di rendere inviolabile metà del globo e di destinare agli usi dell’umanità soltanto l’altra metà. Tuttavia la nostra... --- > Il nuovo paradigma della soft robotics non cambia solo il modo in cui usiamo la tecnologia, ma anche come pensiamo e conosciamo il mondo. - Published: 2025-06-02 - Modified: 2025-05-30 - URL: https://lucysuimondi.com/la-rivoluzione-delle-macchine-morbide/ Il nuovo paradigma della soft robotics non cambia solo il modo in cui usiamo la tecnologia, ma anche come pensiamo e conosciamo il mondo. Qualche mese fa ho visitato la retrospettiva sul Futurismo organizzata in occasione degli ottant’anni dalla morte di Filippo Tommaso Marinetti alla Galleria Nazionale di Roma. Le sale erano piene di archivi di un sogno macchinico ultra-modernista: manifesti, dipinti e sculture coesistevano accanto a motori, telegrafi, automobili e aeroplani. Era impossibile ignorare la voce dell’ideologo visionario del Futurismo che echeggiava nelle sale neoclassiche del museo: “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. ” Per i futuristi, ogni macchina era una macchina del tempo: più che strumenti progettati per svolgere uno specifico lavoro, gli oggetti tecnici erano la concretizzazione storica di una tendenza universale dell’umanità verso il progresso. Guardando al di là del portato notoriamente controverso delle sue posizioni politiche, il genio dell’avanguardia futurista fu l’intuizione che l’evoluzione delle macchine fosse in grado di catturare le trasformazioni culturali meglio di qualsiasi altra pratica umana. E dunque che anche le arti e le lettere – massime espressioni dell’umanesimo – dovessero mettersi in ascolto del rombo dei motori. Ma, sebbene il massimo obiettivo dei futuristi fosse catturare l’essenza assoluta della futurità (che ai loro occhi era veloce, violenta, e scintillante), i linguaggi estetici che associamo al “futuro” sono culturalmente situati e in perpetua transizione. E il futuro, ultimamente, ha smesso di somigliare a quello di una volta. Nell’ottobre 2021, alla Tate Modern di Londra, i visitatori entravano in uno spazio popolato dalla visione di un futuro molto diverso. Organismi fluttuanti e semi-trasparenti si... --- > Il gomitolo molecolare dell'acido ribonucleico non si arrotola a caso: la forma e la disposizione dei suoi filamenti sono alla base di funzioni precise ed essenziali per la vita. - Published: 2025-05-31 - Modified: 2025-05-29 - URL: https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-seconda-parte/ Il gomitolo molecolare dell'acido ribonucleico non si arrotola a caso: la forma e la disposizione dei suoi filamenti sono alla base di funzioni precise ed essenziali per la vita. In biochimica, la relazione tra struttura e funzione è un principio generale, che si ritrova anche nella vita quotidiana. Una vite serve a fissare materiali grazie alla filettatura che percorre il suo corpo: questa spirale permette di penetrare e ancorarsi nel materiale, mentre la testa, con la sua forma a taglio o a croce, accoglie solo la punta compatibile di un cacciavite. Qui la funzione non dipende dal materiale, ma dalla geometria e dall’incastro tra forme: solo una corrispondenza perfetta permette di trasmettere forza, proprio come una chiave apre solo la sua serratura. Tuttavia, in questi oggetti la struttura viene imposta dall’esterno, progettata e realizzata perché svolga una funzione precisa. La cosa straordinaria dell’RNA, invece, è che questa molecola, che, come si è visto, porta informazione sotto forma di una sequenza ordinata di nucleotidi, utilizza quella stessa informazione per assumere spontaneamente una forma precisa, senza alcun intervento esterno, ma semplicemente in conseguenza della sua sequenza e delle interazioni che questa consente. Un filamento di RNA può essere immaginato come un filo sottile, su cui sono distribuite a intervalli regolari le basi azotate, ciascuna con la capacità di riconoscere solo una controparte specifica, secondo le regole di Watson e Crick: l’adenina si appaia con l’uracile, la guanina con la citosina. Quando due tratti del filo, anche distanti nella sequenza, avvicinano basi compatibili, queste si appaiano stabilmente, aderendo fra loro come segmenti di velcro che si chiudono solo nel verso giusto. Questa selettività fa sì che il filo dell’RNA non rimanga mai... --- > Che cosa succede alla letteratura quando il suo sfondo abituale fa irruzione tra i protagonisti? - Published: 2025-05-29 - Modified: 2025-06-06 - URL: https://lucysuimondi.com/il-paesaggio-personaggio/ Che cosa succede alla letteratura quando il suo sfondo abituale fa irruzione tra i protagonisti? Il Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich mostra un uomo con cappotto e bastone, estremamente vestito, estremamente cittadino, mentre osserva da uno scoglio il mare in tempesta. Il dipinto è del 1818 e racconta un essere umano fuori dalla natura, una cultura in esilio, unico soggetto di fronte a un mondo da contemplare, in cui specchiarsi (e all’occorrenza sfruttare). Molto tempo dopo, nel dicembre del 1972, gli astronauti dell’Apollo 17 scattano una delle fotografie più importanti della storia umana: è la Blue Marble, l’immagine che per la prima volta ci ha permesso di vedere la Terra nella sua interezza. Ce n’erano state altre, la prima del 24 ottobre del 1946, ma quella del 1972 è a colori e mostra un emisfero interamente illuminato: la Terra appariva come un pianeta blu, fragile e intero, sospeso nel buio. Fu una rivoluzione. Da così lontano gli umani erano invisibili, come i microrganismi che compongono un corpo. Non molti anni più tardi emergeva la cosiddetta “ipotesi Gaia” di Lynn Margulis e James Lovelock. Secondo i due biologi la terra funzionerebbe come un unico organismo vivente in cui tutte le componenti interagiscono per mantenere condizioni favorevoli alla vita: proprio come un corpo. In quei decenni di corsa allo Spazio, al benessere economico e agli idrocarburi, il modo di percepire e raccontare il paesaggio e il non umano mutava quasi in senso opposto, e metteva in discussione il motore di quella corsa. Mutava perché avevamo visto la Terra da fuori, perché tutto sommato... --- > È dal 1958 che l'osservatorio di Mauna Loa misura i gas serra: un compito fondamentale in un luogo strategico, che rischia di essere interrotto dall'attuale amministrazione statunitense. - Published: 2025-05-27 - Modified: 2025-05-26 - URL: https://lucysuimondi.com/trump-minaccia-una-sentinella-climatica/ È dal 1958 che l'osservatorio di Mauna Loa misura i gas serra: un compito fondamentale in un luogo strategico, che rischia di essere interrotto dall'attuale amministrazione statunitense. Nell’anno in cui sono nata, il 1978, l’atmosfera conteneva 335 parti per milione, o ppm, di anidride carbonica. Allo scoccare dei miei vent’anni – era il 1998 e mi ero già trasferita da Rimini a Bologna per studiare Fisica all’università - in atmosfera erano 367. Nel 2018 io avevo 40 anni, Greta Thunberg iniziava i suoi scioperi del venerdì davanti al parlamento svedese, ed eravamo a 409.   Se posso sapere tutto questo è anche grazie alle misurazioni di anidride carbonica che sono iniziate nel Marzo del 1958 a Mauna Loa, uno dei vulcani delle Hawaii. La CO2 misurava 315 ppm. Da allora le misurazioni sono continuate fino a oggi, dando vita alla serie più lunga di osservazioni dirette di anidride carbonica mai realizzata, nota come “curva di Keeling”. Charles David Keeling era un ricercatore postdoc in geochimica al California Institute of Technology di Pasadena quando nel 1958 si convinse che quel vulcano nel mezzo del Pacifico era il luogo ideale per monitorare i composti atmosferici in grado di influenzare il clima, come la CO2. Fu fortunato perché Harry Wexler, capo della ricerca presso il Weather Bureau (ora National Weather Service) degli Stati Uniti aveva da poco completato la costruzione di un osservatorio proprio lì, sulle pendici del Mauna Loa, e cercava progetti da ospitarvi. Era un momento interessante dal punto di vista scientifico, di grande fermento e spinta verso l’International Geophysical Year, una collaborazione scientifica multinazionale organizzata per il 1957 e 1958. Keeling iniziò a misurare la CO2 nell’Osservatorio... --- > In Germania la convergenza delle lotte per la Palestina e per il clima divide l'attivismo ambientalista, mentre lo stato tedesco reprime il diritto alla protesta. - Published: 2025-05-26 - Modified: 2025-05-26 - URL: https://lucysuimondi.com/languria-spaccata/ In Germania la convergenza delle lotte per la Palestina e per il clima divide l'attivismo ambientalista, mentre lo stato tedesco reprime il diritto alla protesta. La Palestina è uno dei luoghi di convergenza tra la questione ambientale e quella sociale, in primis perché è una delle sponde del Mediterraneo, e dunque si riscalda più velocemente della media terrestre. Andreas Malm, autore di Distruggere la Palestina, distruggere il Pianeta (Ponte alle Grazie, 2025) individua nel 1840 il momento in cui per la prima volta viene sguinzagliata la potenza delle navi a vapore alimentate dal più climalterante dei combustibili fossili, il carbone, e in cui viene polverizzata la città palestinese Acri da parte dell’Impero Britannico, che Malm chiama “Impero Fossile”. Quando l’Impero britannico occupò la Palestina e si mise a implementare la dichiarazione Balfour, il combustibile fossile del tempo non era più il carbone, ma il petrolio. Un obiettivo dirimente del Mandato britannico divenne l’oleodotto che trasportava il greggio dall’Iraq attraverso la Cisgiordania settentrionale fino alla raffineria di Haifa. “Non si può capire il Mandato se non in rapporto alla ricerca sempre più capillare del petrolio nella regione; e il Mandato utilizzò il petrolio per riassegnare la terra dai palestinesi agli ebrei”, scrive Malm. Il supporto delle potenze occidentali alla Nakba – la cacciata nel 1948 di quasi un milione di palestinesi di cui la settimana scorsa ricorreva il 77º anniversario – ha a che fare con gli interessi estrattivi e, in particolare, con il fossile. Gli eserciti, prima del Regno Unito e poi degli Stati Uniti, hanno scoperto che carbone e petrolio erano indispensabili per fabbricare armi, trasportare soldati sul campo di battaglia, e – a... --- > Inizia un viaggio alla scoperta delle quattro lettere molecolari che formano le frasi chimiche con le quali ogni cellula del nostro corpo legge, traduce e costruisce se stessa. - Published: 2025-05-24 - Modified: 2025-06-03 - URL: https://lucysuimondi.com/rna-il-messaggio-della-vita-prima-puntata/ Inizia un viaggio alla scoperta delle quattro lettere molecolari che formano le frasi chimiche con le quali ogni cellula del nostro corpo legge, traduce e costruisce se stessa. Introduzione Tutti ne hanno sentito parlare, negli ultimi anni. Alcuni con timore, altri con speranza, molti con curiosità. I vaccini a mRNA sono entrati nella storia, e forse anche in una piega intima delle nostre vite, in quanto simbolo concreto di come la scienza possa – nel bene e nel male – toccarci davvero. Ma quanti hanno capito, davvero, di che cosa si trattava? Per chi è cresciuto immaginando il codice della vita come un’eredità immutabile, custodita in qualche luogo remoto e intoccabile, l’idea che si possa “iniettare RNA” per addestrare il nostro sistema immunitario può sembrare inquietante o fantascientifica. In realtà, stiamo parlando di una delle operazioni più naturali, quotidiane e intime che accadano nel nostro corpo: leggere e scrivere con le lettere della chimica. Perché il nostro organismo – ogni cellula, ogni minuto – non è altro che una macchina che legge messaggi, li interpreta, li traduce in azione. L’RNA, per esteso acido ribonucleico, è il portavoce di questa comunicazione. È un messaggero, ma anche un traduttore. È ciò che trasporta istruzioni elementari o articolate verso i luoghi dove l’azione si compie. È il modo con cui il corpo, incessantemente, si parla e si reinventa. Ma è anche uno strumento che possiamo usare noi per parlare al corpo: per dirgli, ad esempio, “preparati a questo virus”, senza dover affrontare l’infezione. Come? Scrivendo – letteralmente – un messaggio in RNA. Il corpo del testo Cominciamo davvero dalle basi, è il caso di dire, cioè dalle lettere che compongono un... --- > Un movimento di protesta ha fatto crollare le azioni dell'azienda di Elon Musk. Alla sua base, c'è il rifiuto di una transizione ecologica guidata dalla fame di profitto. - Published: 2025-05-22 - Modified: 2025-05-21 - URL: https://lucysuimondi.com/buone-ragioni-per-dare-fuoco-a-una-tesla/ Un movimento di protesta ha fatto crollare le azioni dell'azienda di Elon Musk. Alla sua base, c'è il rifiuto di una transizione ecologica guidata dalla fame di profitto. È successo l’inimmaginabile (o forse no? ) nei primi cento giorni del secondo mandato di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e nei primi cento giorni del suo maggiore finanziatore in campagna elettorale, Elon Musk, come consulente scelto di governo. Quella di Trump e Musk si è rivelata essere da subito l’amministrazione della furia riformatrice, della distruzione reazionaria, della tecnocrazia libertaria che si mette prepotentemente al comando, ma anche dell’esaltazione spaccona di questa nuova specie di “oligarchi intellettuali” ormai assurti al potere. La mossa per ora più discussa del duo Trump-Musk è stata l’istituzione del “Dipartimento per l’Efficienza Governativa”, il fantomatico DOGE che vorrebbe tagliare la spesa federale di mille miliardi di dollari ma nella realtà ha scatenato un pesante – e prevedibile – backlash nei confronti della principale fonte di reddito per Musk, la Tesla. Negli ultimi mesi il risentimento verso l’insolenza con cui l’uomo più ricco del mondo si è fatto largo nella politica americana e internazionale si è condensato in un tenace movimento di protesta, il TeslaTakedown, che ha dato il la a numerose azioni di guerrilla marketing, boicottaggi e atti vandalici, il più eclatante dei quali a Roma, con l’incendio di diciassette automobili Tesla rivendicato dagli anarchici. “Fck Elon”, “Don’t Buy a Swasticar”, “Musk B-Gone”, “Everyone Hates Elon” sono alcuni degli slogan ormai virali del movimento no-Musk, a sentire i quali si ha l’impressione che il malcontento covasse da tempo e attendesse solo l’occasione buona per scoppiare. Com’è potuto accadere che, nel volgere vorticoso degli... --- > Due nuovi studi scientifici su megattere e bonobi assestano un altro colpo al teorema dell'eccezionalità della nostra specie, sempre più difficile da dimostrare. - Published: 2025-05-20 - Modified: 2025-05-19 - URL: https://lucysuimondi.com/lunicita-umana-non-e-davvero-tale-in-natura/ Due nuovi studi scientifici su megattere e bonobi assestano un altro colpo al teorema dell'eccezionalità della nostra specie, sempre più difficile da dimostrare. Su cosa sia quel quid – quel tratto particolare – che ci rende umani, e cioè intrinsecamente diversi (leggi: superiori) rispetto agli altri esseri viventi, si interrogano da millenni i più brillanti filosofi e scienziati. Si è parlato di bipedismo, tecnologia, immaginazione, capacità di pensare al futuro; di autocoscienza ed empatia nei confronti dei nostri simili; si è parlato di linguaggio e di cultura. In tutti questi casi, in un dibattito che si è protratto per secoli, e che è stato particolarmente animato tra filosofi e scienziati nel ventesimo secolo, si è dibattuto su se sia possibile tracciare una linea di confine e, se sì, dove vada cercata. Oggi questo impianto teorico fondato sulla separazione ontologica, sulla ricerca di tratti distintivi, sta in equilibrio con sempre maggiore fatica: più aumenta la conoscenza del mondo animale non umano, più appare difficile tracciare una linea di demarcazione precisa e non negoziabile tra “noi” e “loro” e che, di conseguenza, ci dica qualcosa su chi e cosa siamo noi umani. Si tratta di un tema complesso, alla cui stratificazione hanno contribuito secoli di riflessione filosofica e un’enorme quantità di ricerche scientifiche: un corpus ampio e complesso, impossibile da sintetizzare qui. Mettiamo dunque da parte la filosofia e rivolgiamoci alla ricerca scientifica, che, approfondendo la comprensione del “funzionamento” di specie altrettanto sociali quanto la nostra, sta lentamente colmando il divario tra “umanità” e “animalità”. Negli ultimi mesi, un paio di studi scientifici comparsi su riviste di primo piano («Science» e «PNAS») hanno portato un... --- > Per conoscere davvero la biodiversità amazzonica dobbiamo rivolgerci ai saperi millenari dei suoi popoli, un tesoro finalmente riconosciuto anche dalla scienza occidentale. - Published: 2025-05-19 - Modified: 2025-05-15 - URL: https://lucysuimondi.com/la-scienza-indigena/ Per conoscere davvero la biodiversità amazzonica dobbiamo rivolgerci ai saperi millenari dei suoi popoli, un tesoro finalmente riconosciuto anche dalla scienza occidentale. Difficile separare la parola Amazzonia dalla parola biodiversità. Fateci caso, se c’è l’una, prima o poi segue anche l’altra. Composto da bios (vita) e diversità, il neologismo ormai quarantenne fu coniato dall’entomologo E. O. Wilson, ispirato dal concetto di diversità biologica di cui Thomas Lovejoy iniziò a parlare nel 1980. Tecnicamente esprime una misura della variabilità e della ricchezza del pianeta, sia essa di geni, specie o ecosistemi. Una misura della diversità della vita che, però, equivale alla vita stessa. Infatti, per come l’abbiamo capita finora, la vita è possibile solo nella diversità. L’uniformità non permette la vita. In un ecosistema ogni specie svolge un ruolo specifico, dal quale dipende l’equilibrio e la stabilità del sistema stesso. In parole più semplici, ogni essere vivente ha bisogno di altri esseri viventi per vivere. Sembra banale, ma se lo fosse non avremmo costruito, per esempio, società urbane pensate per una singola specie, la nostra. Un mondo popolato soltanto da conspecifici non può esistere.   Al contrario, un mondo in cui una specie possieda un unico rappresentante è perfettamente possibile, ci penso ogni volta che guardo la mia gatta. Nairobi è nata in un villaggio remoto dell’Amazzonia. Qualcuno l’ha portata in barca nella nostra comunità quando aveva solo poche settimane di vita. Stava in un palmo della mano e squittiva. La mia palafitta aveva un disperato bisogno di gatti in quel momento perché da quando Pregiudizio non c’era più, scomparso in foresta all’età di 9 anni – traguardo notevole per un gatto in... --- - Published: 2025-05-17 - Modified: 2025-05-15 - URL: https://lucysuimondi.com/la-primavera-con-gli-occhi-di-unape/ Una sola mutazione distingue il nostro sguardo da quello degli insetti: è un'altra visione possibile, nella quale si fondono bellezza e funzione. Uno dei più radicati fraintendimenti sulla scienza è l’idea che essa sia, in fondo, un mero strumento: qualcosa che serve, più o meno bene, a ottenere ciò che ci è utile. Si misura in risultati, si giudica in base alla sua capacità di risolvere problemi. Ed è innegabile che la scienza sia anche questo. Ma non è tutto. C’è un altro aspetto, più raro e spesso trascurato: la scienza come sorgente di bellezza. Non bellezza pratica, ma bellezza vera. Non il fascino delle applicazioni, non l’ammirazione per la potenza tecnica: parlo dello stupore profondo, dell’intuizione di un ordine nascosto, dell’emozione che nasce quando si intravede l’armonia del mondo al livello più intimo. È un’estetica diversa, fatta di struttura, coerenza, funzione. E anche chi non è scienziato può accedervi, se è disposto ad ascoltare. Mi capita, in certe giornate, di trovarmi esattamente in quel punto d’incontro. Per esempio, mentre passeggio nei boschi vicino casa, in questa stagione in cui i prati ombrosi si coprono di anemoni nemorose. Un tappeto di fiori bianchi, semplice ma perfetto. Anche chi di solito non si ferma a pensare alla biologia non può fare a meno di sentire qualcosa, una specie di sollievo o di respiro più ampio, davanti a quella fioritura ordinata. Eppure, per me, il bello non finisce lì. Comincia proprio lì. So che quei fiori, come tutti i fiori, sono dispositivi sofisticati, costruiti per attrarre altri esseri viventi. So che il loro colore, il bianco che noi vediamo, è solo una versione parziale... --- - Published: 2025-05-14 - Modified: 2025-05-14 - URL: https://lucysuimondi.com/le-promesse-marziane-di-elon-musk-sono-irrealizzabili/ La tecnologia è insufficiente, gli astronauti sono a rischio. Allora perché l'uomo più ricco del mondo si è impegnato a sbarcare su Marte entro il 2025? Marte, per noi umani, è da sempre un’ossessione. Un pianeta speciale, con il suo colore rosso, che lo distingue così prepotentemente dagli altri e che fin dall’antichità lo accostò agli dèi del fuoco e della guerra. Per millenni fu la bestia nera dei cosmologi, da Aristotele a Tolomeo fino a Copernico, perché i suoi movimenti nel cielo non si adattavano ai loro complicati modelli, basati su sfere e cerchi perfetti. Finché Keplero, nel 1600, vinse la sua “guerra personale con il dio della guerra”, spiegando che la causa di queste deviazioni è la forma ellittica allungata, e non circolare, dell’orbita di Marte attorno al Sole. Poi, nell’era del telescopio, toccò proprio a Marte, attraverso le prime mappe della sua superficie disegnate da Giovanni Schiaparelli nel 1877 e al conseguente equivoco sui famosi “canali”, a far nascere il mito degli extraterrestri, i marziani, appunto.   All’inizio dell’era spaziale, negli anni Settanta del secolo scorso, Marte fu uno dei primi obiettivi delle sonde interplanetarie, ma si mostrò subito molto ostico. Infatti il Pianeta rosso sarà anche il nostro vicino, ma dista varie decine di milioni di chilometri dalla Terra. Per arrivarci, una sonda spaziale impiega almeno sette-otto mesi, un lungo viaggio nel vuoto ostile dello spazio interplanetario. Servono razzi potentissimi per raggiungere la velocità necessaria a sfuggire alla forza di gravità terrestre; i veicoli spaziali devono essere costruiti con tecnologie e materiali speciali e il loro volo controllato via radio dalla Terra con antenne enormi. Atterrare su Marte poi è ancora più... --- > La bomba atomica non è un'arma come tutte le altre. Ora che si parla di un suo uso "razionale", ricordarne la storia è più importante che mai. - Published: 2025-05-12 - Modified: 2025-05-09 - URL: https://lucysuimondi.com/chi-vuole-il-riarmo-nucleare-ha-la-memoria-corta/ La bomba atomica non è un'arma come tutte le altre. Ora che si parla di un suo uso "razionale", ricordarne la storia è più importante che mai. Alla fine di marzo, la commissaria europea per la gestione delle emergenze Hadja Lahbib ha diffuso un video nel quale mostrava che cosa conteneva la sua borsa della resilienza. Il tono, maldestramente ironico, ha suscitato molte critiche e soprattutto ha impresso un significato contraddittorio al messaggio, che però, in realtà, era chiaro: viviamo tempi pericolosi, ed è opportuno prepararsi.   Pochi mesi prima, milioni di svedesi avevano ricevuto a casa un libretto di una trentina di pagine. La copertina, nella quale una soldatessa protegge una donna con due bambini, era in una bicromia non casuale: in giallo e nero, ovvero nei colori che, a livello internazionale, definiscono il pericolo nucleare. E anche se il titolo (inizialmente “In caso di guerra”) è stato poi sfumato in “In caso di crisi o guerra”, è sembrato subito evidente che l’iniziativa fosse una risposta all’aggiornamento della dottrina nucleare russa, e che oggi il timore principale, per gli svedesi, è quello atomico. Negli stessi giorni, anche i Paesi vicini hanno promosso campagne simili: la Norvegia ha distribuito un suo manuale, la Danimarca ha aggiornato il sito dedicato, e la Finlandia ha pubblicato un suo volumetto digitale. Come prepararsi tenendo in casa le scorte più utili di cibo, acqua, medicinali, coperte, carburanti per generatori, come riconoscere i segnali di allarme, che cosa mangiare o bere, che cosa fare nelle diverse tipologie di crisi e che cosa, invece, evitare. Tutti i materiali informativi contengono questo genere di indicazioni, indispensabili per evitare il caos e superare le prime... --- > La moltitudine operosa di formule molecolari che popola le foreste lavora anche oltre la cima degli alberi, fino all'atmosfera. - Published: 2025-05-10 - Modified: 2025-05-08 - URL: https://lucysuimondi.com/il-profumo-del-bosco-terza-parte-il-cielo/ La moltitudine operosa di formule molecolari che popola le foreste lavora anche oltre la cima degli alberi, fino all'atmosfera. Respiriamo a pieni polmoni sotto la volta di una foresta. Soprattutto se il sole sta illuminando la volta, sotto l’ombra degli alberi percepiremo gli odori e i profumi emessi dalle piante, quella rete di cui adesso abbiamo la possibilità di capire il significato di scambio comunicativo fra la moltitudine operosa che ci circonda. Ma, è il caso di dirlo, dobbiamo andare oltre il nostro naso, per scoprire nuova bellezza, guardando al cielo, proprio sopra quegli alberi che ci riparano dal sole. Il profumo del bosco lavora anche lassù. Atmosfera, nuvole, clima: come i boschi creano la pioggia I composti volatili emessi dalle piante, come è insito nell’aggettivo che usiamo per qualificarli, volano, e non rimangono confinati al bosco. In realtà, possono raggiungere grandi altezze; una volta che si trovano a quota sufficiente nell’atmosfera, essi reagiscono con altre molecole che lì trovano, cioè una forma speciale di ossigeno detta ozono e aggressivi radicali ossidrilici, producendo aerosol organici secondari. Questi sono composti da particelle microscopiche e influenzano la formazione delle nubi e la riflessione della luce solare, con effetti sul clima locale e globale. È un meccanismo affascinante: le foreste, reagendo al caldo, rilasciano composti volatili che contribuiscono alla formazione di nubi riflettenti, mitigando localmente l’eccesso di calore. Più fa caldo, meglio volano terpeni e altri composti come quelli che abbiamo esaminato nelle puntate precedenti di questo viaggio fra gli odori del bosco: una forma di retroazione negativa, spontanea e naturale, che collega direttamente la chimica vegetale alla dinamica atmosferica. Per decenni,... --- > Pierre Gascar, scrittore francese dimenticato, ha narrato la sparizione di questi organismi antichi e resistenti come il presagio di un futuro apocalittico: quello in cui viviamo. - Published: 2025-05-08 - Modified: 2025-05-07 - URL: https://lucysuimondi.com/diventare-licheni/ Pierre Gascar, scrittore francese dimenticato, ha narrato la sparizione di questi organismi antichi e resistenti come il presagio di un futuro apocalittico: quello in cui viviamo. Nel 1972 lo scrittore francese Pierre Gascar, pseudonimo di Pierre Fournier (1916-1997) pubblica con Gallimard un libro inclassificabile, Le présage. Protagonisti sono i licheni, o meglio la loro progressiva scomparsa in diverse aree del mondo, naturali e urbanizzate, Italia inclusa. Di cosa i licheni sono il presagio? Di un futuro apocalittico, è la risposta dell’autore. Io ne aggiungerò più in là un’altra. Gascar giunge alla sua conclusione girando il mondo in qualità di accompagnatore delle campagne sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Africa orientale all’Asia, dalla lebbra in Thailandia al paludismo in Etiopia, dal vaiolo in Malesia alla peste in India. I capitoli di Le présage sono ritmati da questi viaggi. Ma se Voyage chez les vivants (1958) ne offriva un reportage, qui il suo sguardo – attento ai luoghi e ai suoi abitanti non diversamente da un antropologo – cade sulla vegetazione e, in particolare, sui licheni, sentinelle d’allarme dei cambiamenti climatici in corso. È il caso del primo viaggio nella Dauria, nella Siberia orientale, nelle regioni subartiche dell’Unione sovietica, in Mongolia e in Manciuria, in parte attraversate con la Transiberiana. Un Nord quasi deserto dove anche il tempo, assieme al paesaggio, sembra congelarsi o bagnarsi nell’eternità. Gascar visita le foreste boreali della taiga e le tundre dove i nomadi allevano le renne, ghiotte del lichene Cladonia rangiferina. Tuttavia da alcuni anni i licheni si rarefanno; che sia a rischio la civiltà della renna e, per esteso, la nostra stessa sopravvivenza, visto che i licheni hanno la proprietà di fissare la... --- > Più studiamo le reti fungine sotterranee, più facciamo scoperte meravigliose. Ma le metafore antropomorfiche che usiamo per descriverle rischiano di stravolgerne il senso. - Published: 2025-05-06 - Modified: 2025-05-05 - URL: https://lucysuimondi.com/davvero-i-funghi-costruiscono-autostrade/ Più studiamo le reti fungine sotterranee, più facciamo scoperte meravigliose. Ma le metafore antropomorfiche che usiamo per descriverle rischiano di stravolgerne il senso. Durante una passeggiata nei boschi non è raro imbattersi nei cosiddetti “cerchi delle streghe”. Si tratta di funghi che spuntano dal terreno in una curiosa formazione ad anello, presenti anche nelle tradizioni e nelle leggende del folklore di diversi paesi. Il motivo di una tale disposizione risiede sottoterra e si chiama micelio. È il fungo vero e proprio – una ragnatela composta da minuscoli filamenti, detti ife – che in casi come questo cresce in modo radiale, verso l’esterno. Il risultato è che i corpi fruttiferi dell’organismo, quelli che noi chiamiamo impropriamente funghi, si dispongono lungo il fronte di crescita, un cappello accanto all’altro, in cerchio. Formazioni di questo tipo non sono le uniche meraviglie di cui il micelio è capace. I suoi reticoli attraversano il sottosuolo degli ecosistemi in una costante esplorazione, propagando l’organismo in lungo e in largo, fra radici degli alberi e microrganismi, nutrienti del suolo e sostanza organica in fase di decomposizione. Il micologo inglese Merlin Sheldrake, nel suo saggio di grande successo L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi (Marsilio, 2020), descrive così la natura delle reti che i funghi costruiscono ovunque, dal sottosuolo alle nostre case, dalle discariche alle sorgenti sulfuree sui fondali degli oceani: Come se questo non bastasse, il micelio è anche protagonista di una simbiosi antica e di grande successo, forse la più diffusa sul pianeta. Le ife dei funghi e le radici delle piante da circa 450 milioni di anni si associano nelle cosiddette micorrize, per lo più invisibili agli... --- > Che cosa possono imparare i nostri sistemi tecnici dagli olobionti, le comunità di specie diverse che vivono e si evolvono come un singolo organismo? - Published: 2025-05-05 - Modified: 2025-05-02 - URL: https://lucysuimondi.com/la-nuova-alleanza-tra-tecnologie-alghe-e-microbi/ Che cosa possono imparare i nostri sistemi tecnici dagli olobionti, le comunità di specie diverse che vivono e si evolvono come un singolo organismo? Elysia chlorotica, una piccola lumaca marina che vive in acque poco profonde lungo le scogliere delle coste dell’Atlantico, può sostentarsi per diversi mesi attingendo l’energia di cui ha bisogno direttamente dalla luce del sole. Ma, diversamente da una pianta, non è in grado di produrre energia in modo del tutto autonomo; per essere precisi, sarebbe il caso di dire che la ruba. Nei primi anni di vita, la lumaca si nutre di un’alga chiamata Vaucheria litorea; perforando le sue cellule con un organo evolutosi appositamente per questo scopo. Succhiando il contenuto dell'alga ne estrae i cloroplasti, le minuscole strutture interne responsabili della fotosintesi. Questi organelli rubati, chiamati opportunamente “cleptoplasti”, vengono assorbiti e integrati nelle cellule della lumaca stessa, dove continuano a funzionare come se nulla fosse cambiato. È un fenomeno degno di nota: nelle piante e nelle alghe i cloroplasti non sono autonomi ma agiscono grazie a migliaia di proteine codificate nel nucleo della cellula che li ospita. Elysia chlorotica, tuttavia, li fa funzionare in completa assenza di questo sistema di supporto, e i biologi non sanno come sia possibile. Secondo alcuni, la lumaca potrebbe aver preso in prestito alcuni geni di Vaucheria litorea nel corso dell’evoluzione attraverso un processo chiamato “trasferimento genico orizzontale”, il che la renderebbe una sorta di chimera genetica a metà tra animale e alga. Altri pensano che Elysia chlorotica abbia riprogrammato le proprie proteine per mantenere gli organelli rubati in “vita”, se di vita si può parlare (per approfondire questa domanda, vi rimando a un... --- - Published: 2025-05-03 - Modified: 2025-05-03 - URL: https://lucysuimondi.com/il-profumo-del-bosco-parte-due-il-suolo/ Dietro all'odore familiare della terra bagnata dopo la pioggia si nasconde il segreto dell'equilibrio invisibile del sottobosco. Passeggiamo nel nostro bosco, e sappiamo che molti dei profumi più dolci e degli odori migliori sono terpeni. Ma il nostro naso annusa non solo terpeni, i protagonisti della puntata precedente: c’è per esempio nei boschi e nei campi quell’altro profumo, quello della terra bagnata dopo la pioggia, di funghi e di muffa. Così familiare, così evocativo. Cos’è? La voce del suolo: il mistero della geosmina Quel profumo è causato dalla geosmina, una piccola molecola prodotta da batteri del suolo, in particolare del genere Streptomyces. Questa molecola, come vedete, ha una forma curiosa: quella di due anellini esagonali, uniti fra loro, con tre “pendagli”. Questa forma così curiosa, naturalmente, va a stimolare certi recettori molto specifici del nostro naso – solo quelli che ad essa sono complementari per forma; ecco perché il suo odore è così specifico e particolare, e non può confondersi con altri. La geosmina ha un valore ecologico importante: attrae piccoli artropodi, come i collemboli, che si nutrono dei batteri e ne disperdono le spore, in un sorprendente esempio di mutua utilità tra microrganismi e invertebrati. Inoltre, alcuni studi mostrano che la geosmina può respingere organismi microbivori, come i microscopici vermi nematodi, proteggendo così le colonie batteriche da un consumo eccessivo. Il suolo non è silenzioso: parla con molecole che attraggono o respingono, regolando l’equilibrio invisibile del sottobosco. I fenoli: sentinelle chimiche della difesa E poi, ci sono loro: i composti fenolici. Presenti in radici, foglie e cortecce, sono responsabili di odori amari, astringenti, talvolta speziati. Sono... --- - Published: 2025-05-01 - Modified: 2025-05-02 - URL: https://lucysuimondi.com/fumetti-contro-il-disastro-ambientale/ La narrativa dominante si è limitata a raccontare il mondo. Per due nuove graphic novel italiane si tratta invece di cambiarlo, in una prospettiva ecocritica. Se per la specie umana la letteratura è una sorta di strategia di sopravvivenza, può la letteratura orientare in una direzione o in un’altra questa strategia, e dunque il filo della storia? È una domanda enorme, e bellissima. Se la pone Serenella Iovino, docente di letteratura alla University of North Carolina.   Iovino si occupa di ecocritica: quella branca della letteratura – abbastanza sottovalutata in Italia ma molto diffusa negli Stati Uniti – che ne studia il rapporto fra umano e ambiente. Nel 2015 ha pubblicato Ecologia letteraria. Una strategia di sopravvivenza. Secondo l’ecocritica, soprattutto per come si è evoluta negli ultimi anni, la letteratura non è solo specchio della società: è anche in grado di modificare la società stessa, attraverso i suoi personaggi, le storie che racconta, le fratture che mette in luce. Le storie non solo descrivono quello che vedono, ma offrono anche possibilità alternative di mondi, visioni, interpretazioni. Scriviamo per moltissime ragioni, e fra queste ci sono il tentativo di interpretare la realtà e la necessità di immaginare strade diverse da percorrere, altri valori, altri rapporti di potere, altri rapporti d’amore. Lo studio delle opere letterarie diventa quindi strumento per riconoscere le tensioni ecologiche del presente e trovarvi dentro degli antidoti. Ma le tensioni ecologiche, quasi sempre, si portano dietro tutte le altre tensioni, tutte le altre fratture. Quando raccontiamo una storia di clima, soprattutto se la ambientiamo in un mondo non necessariamente presente e reale ma comunque vicino e somigliante al nostro, oltre a interrogare il... --- - Published: 2025-04-30 - Modified: 2025-04-29 - URL: https://lucysuimondi.com/la-lunga-strada-per-garantire-i-diritti-alla-natura/ A distanza di tre anni il primo corpo idrico in Europa ad aver visto riconosciuti i propri diritti non sembra mostrare segni di miglioramento. Mar Menor – letteralmente “piccolo mare” – ha più volte chiesto aiuto. Nel 2016, in alcuni punti l’acqua normalmente limpida di questa laguna nel sud della Spagna è diventata del colore di un tè verde non filtrato. Tre anni dopo, migliaia di pesci morti puntellavano con il bianco dei loro ventri la superficie di questi 135 chilometri quadrati d’acqua salata. Poi ancora nel 2021, le rive del “piccolo mare” si sono nuovamente riempite di pesci e altre creature in cerca di ossigeno. In realtà è dagli anni Ottanta che questa laguna salata, situata nella regione spagnola della Murcia, mostra segni di degrado ambientale. Poi, nel 2022, una coalizione di ambientalisti, giuristi e abitanti del posto ha raccolto più di 640mila firme ed è riuscita a far passare una legge senza precedenti in Europa che riconosce a Mar Menor i propri diritti.   Diritti in qualunque senso del termine: il diritto a vivere e prosperare, il diritto a essere protetto ma anche il diritto a guarire. La legge spagnola adesso riconosce formalmente la laguna come un'entità con personalità giuridica. Un passo avanti che si colloca all’interno di un movimento più ampio che si batte per vedere riconosciuti i “diritti alla natura” e considera il pianeta e tutti i suoi ecosistemi come esseri senzienti con diritti inalienabili. L’iniziativa va dunque ad aggiungersi a una lista di casi di successo – per lo più in America latina, da dove vengo – e che in larga parte prendono le mosse dal rapporto che le... --- - Published: 2025-04-29 - Modified: 2025-04-28 - URL: https://lucysuimondi.com/siamo-oltre-15-e-ora/ Nel 2024 la temperatura media globale ha oltrepassato per la prima volta una soglia decisiva. Che cosa significa? Il 10 gennaio 2025, l’osservatorio europeo Copernicus ha pubblicato il rapporto Global Climate Highlights 2024, che analizza il clima dell’anno passato sulla base dei dati raccolti dalle organizzazioni indipendenti che monitorano costantemente le condizioni del pianeta. Uno dei dati più significativi corrisponde a un record assoluto: il 2024 è stato il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di oltre 1,5°C (quasi 1,6°C) la temperatura media preindustriale, cioè quella osservata tra il 1850 e il 1900. Il 2024, inoltre, è anche stato l’anno più caldo mai registrato dal 1850 – fatto che era già stato dato per virtualmente certo (99%-100% di probabilità) alcune settimane prima della fine dell’anno. Il precedente anno più caldo era stato il 2023, nel quale il rapporto testimoniava un aumento di 1,48°C – e già quel valore era sembrato molto alto e preoccupante, anche per la sua prossimità a 1,5°C. Da dove arriva questa soglia e che significato ha? Nel 2015, centonovantacinque nazioni si sono riunite a Parigi in occasione della ventunesima conferenza delle parti sul clima (COP21) per firmare l’Accordo di Parigi. In quell’occasione fu dichiarata la necessità di “mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali” e perseguire sforzi per “limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C sopra i livelli preindustriali”, con l’idea che rimanere sotto 1,5°C avrebbe rimpicciolito i rischi e gli impatti del cambiamento climatico, e facilitato allo stesso tempo le azioni di adattamento. Il percorso che ha portato alla definizione... --- - Published: 2025-04-28 - Modified: 2025-04-28 - URL: https://lucysuimondi.com/transizione-ecologica-e-lanagramma-di-sognatori-eccezionali/ Storia e futuro dei movimenti per il clima, tra grandi speranze, durissime repressioni e rinnovata solidarietà. La primavera, dai tempi di Rachael Carson, è sinonimo di un risveglio della consapevolezza ambientale. Il più significativo è sbocciato il 15 marzo del 2019, con il primo sciopero globale per il clima. Quel giorno scesero in piazza milioni di persone in un numero mai visto di Paesi in contemporanea, oltre centoventi. Se riusciremo a limitare il collasso climatico, quella data potrebbe essere ricordata come l’inizio del più grande movimento di sempre per affrontare la più grande crisi di sempre. Da allora sono passati sei anni, almeno due guerre e una pandemia. Le istituzioni europee elette nel maggio del 2019, in un momento di slancio senza precedenti dei temi ambientali, hanno finito quel mandato, e adesso posizionano in cima all’agenda le politiche securitarie e il riarmo, verso cui vengono reindirizzati fondi per la coesione e la transizione ecologica. In tutto ciò, come se la passano i movimenti per il clima? Per provare a rispondere, in questo primo articolo della rubrica “Mandamano”, ripercorriamo brevemente il percorso delle tre principali espressioni del più recente movimento climatico – Fridays For Future, Extinction Rebellion, Ultima Generazione. La prima goccia della nuova marea fu indubbiamente Greta Thunberg, con una storia appetibile per i media – quindicenne con la sindrome di Asperger e genitori molto famosi in Svezia che un venerdì mattina decise di saltare la scuola e di sedersi da sola davanti al Parlamento – e con delle doti oratorie fuori dal comune, capaci di renderla in poco tempo voce di un’emergenza tanto cronica quanto... --- > Sotto la volta degli alberi il nostro olfatto è immerso in un mondo chimico nascosto. I terpeni sono i suoi messaggeri. - Published: 2025-04-26 - Modified: 2025-04-24 - URL: https://lucysuimondi.com/il-profumo-del-bosco-prima-parte-la-flora/ Sotto la volta degli alberi il nostro olfatto è immerso in un mondo chimico nascosto. I terpeni sono i suoi messaggeri. C’è qualcosa di profondamente ancestrale nel camminare in un bosco. L’aria è satura di aromi freschi e resinosi, un intreccio di fragranze che cambiano con la stagione, l’umidità e persino con l’ora del giorno. Inspiriamo a fondo e ci sembra di percepire qualcosa di atavico, di umido e profondo. Ma cosa stiamo realmente respirando? Dietro questa esperienza sensoriale si nasconde un mondo invisibile fatto di molecole ben precise, sia per struttura che per funzione. Quello che percepiamo come "odore di bosco" è in realtà un complesso cocktail chimico, allo stesso tempo un linguaggio molecolare che piante, funghi e microorganismi usano per comunicare, proteggersi e interagire con il mondo esterno, e anche un ambiente chimico in cui si svolge la complessa ecologia di una moltitudine di esseri viventi. I protagonisti di questa sinfonia olfattiva sono molti: i terpeni, la geosmina e i fenoli sono fra i più noti. Usando questi nomi apparentemente complessi, intendiamo riferirci a tipi di molecole specifici, riconoscibili per la “forma generale” che hanno, la quale conferisce loro le proprietà. La radice della bellezza del bouquet di un bosco è tutta lì; ma c’è molto altro, come stiamo per vedere. I terpeni: la voce profumata delle piante I terpeni sono tra i principali responsabili dell’aroma del bosco. Molecole leggere, volatili, costruite a partire da unità di isoprene (C₅H₈), possono essere assemblate in infiniti modi per generare una sorprendente varietà di fragranze. In figura, si mostra la struttura chimica dell’isoprene; legando un numero via via crescente di isopreni, che... --- > Rileggere Primo Levi a mezzo secolo di distanza ci obbliga a fare i conti con il lato oscuro dell'epopea del carbonio. - Published: 2025-04-24 - Modified: 2025-04-24 - URL: https://lucysuimondi.com/per-tornare-a-capire-il-mondo-abbiamo-bisogno-del-sistema-periodico/ Rileggere Primo Levi a mezzo secolo di distanza ci obbliga a fare i conti con il lato oscuro dell'epopea del carbonio. È passato esattamente mezzo secolo dalla pubblicazione di Il sistema periodico di Primo Levi. All’epoca non c’era la consapevolezza odierna di come le attività umane stessero alterando gli equilibri dell’atmosfera terrestre, né si parlava di science writing, anche se il libro del chimico-scrittore sopravvissuto all’olocausto ne è un esempio ante litteram. In un ibrido atipico per il tempo tra memoir e saggio di divulgazione, Levi combina storia sociale dell’Europa durante l’ascesa dei fascismi e affondi sulla condizione ebraica, i soliti (lucidissimi) resoconti sulla vita concentrazionaria e quelli (altrettanto lucidi) sul lavoro nell’industria chimica del dopoguerra. Capitolo dopo capitolo, la vicenda umana di Levi si allaccia agli atomi della tavola di Mendeleev, a quella loro materialità al contempo così misteriosa per il profano e così iniziatica per il perito. Di tutte le storie atomiche raccontate da Levi, quella sul carbonio è per quanto mi riguarda la più fulminea e stupefacente. Il chimico-scrittore confessa subito di avere un “vecchio debito” nei confronti del carbonio, un debito «contratto in giorni risolutivi». Il suo primo, insistente sogno letterario era infatti di scrivere la storia di un atomo di carbonio: l’atomo della materia organica, l’elemento perenne che compone, scompone e ricompone le creature terrestri nel flusso incessante del vivere e del morire. Il progetto di un libro a sé è tuttavia rimasto sempre tale, e quel che ci è prevenuto è soltanto l’abbozzo di racconto che compare nel capitolo terminale di Il sistema periodico. Qui, in una manciata di pagine, Levi traccia un’epica dell’atomo di... --- - Published: 2025-04-22 - Modified: 2025-04-23 - URL: https://lucysuimondi.com/chi-salva-la-foresta-salva-se-stesso/ L'Amazzonia è molto più di un mero insieme di risorse. Per i popoli che ci abitano, proteggerla significa difendere la propria stessa vita. A lungo definita “il grande vuoto”, l’Amazzonia è invece molto abitata. Per secoli, esploratori, colonizzatori e, in seguito – almeno in Brasile –, anche la dittatura militare del 1964-1985, hanno considerato la grande foresta come un territorio selvaggio e disabitato. Un vuoto appunto, da riempire con la loro presenza e le loro attività. L’immagine di una foresta inospitale, pericolosa, spopolata e inutile è servita spesso per giustificarne l’abuso. La storia dell’occupazione umana dell’Amazzonia è iniziata, per quanto ne sappiamo, almeno dodicimila anni fa. In questo lasso di tempo, i suoi popoli originari, le popolazioni indigene, hanno sviluppato società complesse, culture, tradizioni e sistemi di conoscenza, hanno modificato il territorio e avuto impatto sull’ecologia della regione che ancora oggi abitano, insieme però a nuove popolazioni. Con la colonizzazione europea del XVI secolo iniziò un processo di miscelazione. I coloni, in Brasile principalmente portoghesi, iniziarono a interagire e a mescolarsi con le popolazioni indigene e la tratta atlantica degli schiavi portò in Amazzonia molti africani. Quelli che riuscirono a fuggire dalla schiavitù si nascosero nella foresta e fondarono insediamenti che erano anche rifugi e centri di resistenza, dando origine alla popolazione quilombola. Oppure si mescolarono con gli indigeni e con i discendenti europei, e da qui la nascita della popolazione caboclo. In entrambi i casi si tratta di popolazioni con caratteristiche uniche, che hanno saputo adattarsi all’ambiente amazzonico e sviluppare una propria identità culturale e sociale. L’industria della gomma e la dittatura militare fecero poi la loro parte. Già alla fine del... --- > La vita microscopica che ci circonda è essenziale per le nostre esistenze e per la salute dell'ambiente. Allora perché la ricerca scientifica le dedica scarsa attenzione? - Published: 2025-04-22 - Modified: 2025-04-22 - URL: https://lucysuimondi.com/lignoto-mondo-dei-batteri/ La vita microscopica che ci circonda è essenziale per le nostre esistenze e per la salute dell'ambiente. Allora perché la ricerca scientifica le dedica scarsa attenzione? Quando pensiamo a un paesaggio naturale, lo immaginiamo popolato esclusivamente da piante e animali. Nulla di sbagliato: in effetti, questi due regni rappresentano la parte della biodiversità che è visibile a occhio nudo. Ma non dobbiamo far sì che questo limite sensoriale umano influisca sulla nostra comprensione della realtà: quello che vediamo non rappresenta la realtà nella sua completezza, e la biodiversità terrestre è composta da molto più che soltanto piante e animali. E la maggior parte di questa biodiversità “altra” vive in una dimensione microscopica che, nonostante i grandi avanzamenti scientifici dell’ultimo secolo, rimane ancora largamente inesplorata. Una ricerca pubblicata nel 2018 mostra la distanza tra la nostra percezione della composizione della biodiversità e la realtà dei fatti, particolarmente evidente se analizziamo la distribuzione della biomassa del pianeta, cioè il peso degli organismi viventi, che ammonta in totale a circa 550 gigatonnellate (Gt) di carbonio. Gli autori della ricerca, coordinati dallo studioso israeliano Ron Milo, hanno calcolato che il regno vivente più pesante è quello delle piante, che rappresenta l’80% della biomassa della vita della Terra (circa 450 Gt). Se questo dato è coerente con la nostra percezione, le sorprese arrivano già dando uno sguardo al secondo classificato su questo peculiare podio, che non è, come potremmo immaginare, il regno degli animali, ma quello dei batteri, che rappresenta ben il 15% (70Gt) della biomassa totale della vita. Si tratta di un dato sorprendente già in sé, ma che lo diventa ancor di più se messo in relazione alla stazza... --- > L'universo è carico di potenzialità nascoste. Tutto potrebbe essere diverso da com'è, ogni istante custodisce miriadi di storie a un passo dalla realtà: nasce uno spazio per avventurarci insieme in queste terre inesplorate. - Published: 2025-04-22 - Modified: 2025-04-28 - URL: https://lucysuimondi.com/il-possibile-adiacente-benvenuta-lucy-sui-mondi/ L'universo è carico di potenzialità nascoste. Tutto potrebbe essere diverso da com'è, ogni istante custodisce miriadi di storie a un passo dalla realtà. La sua camminata ondeggiante e casuale sembra quella di un cowboy appena smontato da cavallo. Veste camicioni di flanella a quadrettoni e calzoni larghi tenuti su da cinture di cuoio che fanno molto New Mexico. I suoi capelli bianchi, gli occhi sottilmente ironici, la voce calma e profonda: è un cowboy gentile con le persone e spietato con le idee. Ama i duelli concettuali, i disaccordi ben argomentati al termine dei quali si va tutti insieme a bere qualcosa. Nella sua lunga carriera, cominciata a Oxford, ha cavalcato tra San Francisco, Chicago, Calgary, Tampere, Vermont, Pennsylvania.   Stuart Kauffman il fuoco ce l’ha nella mente, non nelle pistole. Biochimico di vaglia, ha insegnato agli evoluzionisti che la selezione naturale deve fare i conti con una serie di vincoli interni degli organismi e di processi di auto-organizzazione lontani dall’equilibrio, cioè ai margini del caos. A tutti i livelli la vita è una rete complessa di connessioni dove, più dei nodi, conta il numero delle relazioni. Tali sistemi, per esempio le reti di regolazione genica o gli ecosistemi, convergono verso configurazioni stabili, gli attrattori, oppure attraversano drammatiche transizioni di fase al termine delle quali una nuova configurazione emerge. Una dinamica simile si riscontra nell’evoluzione del sistema climatico globale. Stiamo giocando con qualcosa di molto più potente di noi. Negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, Kauffman fu uno dei protagonisti del Santa Fe Institute, tempio delle ibridazioni interdisciplinari e delle scienze dei sistemi complessi in New Mexico, popolato da hippies, scrittori,... --- --- ## Autori --- ## Persone ---